All’ospedale si va per curarsi. Se si sta male e molto anche, l’unica soluzione è quella di volare al pronto soccorso e farsi assistere il prima possibile. Ma se arrivaste al pronto soccorso e invece di curarvi vi applicassero il “protocollo Cazzaniga”?

Beh, allora non sareste sicuramente in grado di raccontare a nessuno del vostro ricovero. Leonardo Cazzaniga, medico di Saronno, andava in giro per le corsie, decidendo in maniera arbitraria chi doveva vivere e chi, invece, era destinato a soccombere. Una specie di “angelo” della morte, aiutato dalla sua amante, l’infermiera Laura Taroni, a cui stavano talmente antipatici alcuni componenti della su famiglia da volerli eliminare come sua mamma, suo suocero e suo marito.

In tutti questi casi ci sarebbe stato di mezzo il famigerato “Protocollo Cazzaniga”, un metodo infallibile per far sembrare l’omicidio una morte naturale. Due autentiche menti criminali, quelle del “medico” di Saronno e della sua amante. Due operatori della salute che non aiutavano il prossimo, ma lo sopprimevano, senza alcuna pietà. Le indagini sono ancora in corso di svolgimento, ma tutte le morti avvenute all’ospedale lombardo, guarda caso, sono state rilevate nei giorni in cui Cazzaniga e la Taroni erano di turno. Solo coincidenze? Non credo proprio, anche perché le stesse infermiere hanno più volte ribadito di comportamenti molto strani da parte del medico killer.

Questo soggetto andava in giro a iniettare questa o quella sostanza a questo o quel paziente e subito dopo si registrava un decesso: un po’ di puzza nell’aria si sentiva, o no? Nessuno ha preso la situazione in mano, magari andando a denunciare questo “medico”, invece di lasciarlo continuare ad uccidere. Fortunatamente, anche se un po’ in ritardo, la giustizia è intervenuta, fermando la follia omicida di questi due esseri umani (esseri sì, ma poco o per nulla umani).

La giustizia farà il suo corso, almeno si spera, e la maggior parte degli italiani onesti auspica vivamente che sia così, perché pensare di non essere al sicuro nemmeno in ospedale, mi terrorizza di più della malattia più letale che esista sulla faccia della terra. Contro un male ti puoi battere e puoi anche perdere, ma contro delle persone così, perderai sempre in partenza.

A cura di Nicola Luccarelli

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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