Come espresso dalle parole del sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, “sono state accolte le istanze della popolazione”, che chiedeva che i funerali delle vittime del terremoto si svolgessero nella propria città e non a Rieti.

La scelta, che poi era quella originaria, ha richiesto comunque una serie di proteste e diverse ore di tensione affinché venisse attuata. Le polemiche dei residenti hanno avuto origine in mattinata, quando era giunta l’indicazione della prefettura di Rieti: le esequie, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del premier Matteo Renzi, si sarebbero dovute tenere alle 18:00 di oggi nell’aeroporto del capoluogo laziale, sostanzialmente per ragioni di viabilità.

L’idea non è affatto piaciuta alla popolazione. Più il tempo passava, più il malcontento diventava rabbia, una collera mista a dolore e ad un senso di giustizia violata e questa gente ne ha già passate tante, troppe. Al coro di sdegno si era aggiunto anche il primo cittadino di Amatrice, Sergio Pirozzi, e il parroco, don Savino D’Amelio. Alla fine, il premier Renzi ha dichiarato: “I funerali delle vittime del terremoto si terranno ad Amatrice come chiedono il sindaco e la comunità locale. E come è giusto”.

Intanto, mentre ci si prepara per dare l’ultimo saluto ai tanti amici, parenti e conoscenti, il bilancio ufficiale delle vittime del sisma del 24 agosto pesa come un macigno sul cuore di tutti gli italiani: 292 le vite spezzate per sempre; ancora incerto il numero dei dispersi. E la terra continua a tremare.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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