Il fallimento del progetto Milan adesso è ufficiale, certificato dall’esonero di Montella.
La comunicazione è avvenuta in queste ore, in seguito all’ennesimo risultato non positivo, lo 0-0 casalingo con il Torino. La squadra ha giocato una delle sue migliori partite, con Sirigu, portiere avversario, costretto davvero agli straordinari, ma ciò non è bastato a evitare ciò che era nell’aria da un pò.
Così come inutile il passaggio del turno di Europa League con una giornata d’anticipo, dato che gli avversari del girone erano troppo scarsi per poter mettere in dubbio questo traguardo.

A pesare sul bilancio del tecnico 6 sconfitte in 14 partite, tutte negli scontri diretti, più quella non digerita del tutto contro la Sampdoria. Numeri che pesano sulla classifica di una squadra al momento 7° alla pari di Bologna e Chievo non certo due big. Se contiamo il bilancio globale, Montella ha vinto 32 partite da allenatore rossonero, tra cui una super coppa; ne ha pareggiate 14 e perse 18 quindi la sua percentuale totale è del 50%.

Tornando all’attualità sicuramente ha inciso anche un modo troppo camaleontico del mister di mettere in campo la sua squadra: 13 formazioni diverse in 14 partite, va bene il turnover, ma così francamente è esagerato e non si conferisce un’identità alla squadra che infatti è quella finora con il gioco più scadente tra quelle di medio-alta classifica.

Inoltre bisogna tenere a conto le spese folli della società nella scorsa sessione di mercato, una cifra superiore ai 120 milioni di Euro, con in testa, il piano, al momento miseramente fallito, di giocare la Champions la stagione prossima. Macchè. D’altronde, normale per una squadra che si affida solo alle prodezze di Suso, che ha un reparto attaccanti che in 3 messi assieme, Kalinic, Cutrone, Andrè Silva( due dei quali acquisti del mercato), hanno segnato meno reti di Bacca che tutti a Milano ritenevano un bollito e contestavano, ma che ora si ritrovano addirittura a rimpiangere.

Nemmeno la difesa, con Bonucci ciliegina sulla torta di un mercato che ha visto giungere a Milano gente come Conti, Rodriguez e Musacchio ha mai convinto. Se poi Montella tiene in panchina l’ex Villareal per far giocare Zapata…

Per non parlare del centrocampo, con acquisti ottimi come Biglia e Kessiè che però non sono stati messi nelle condizioni di rendere al meglio, come nelle loro precedenti squadre, Lazio e Atalanta.
Quando non c’è un gioco, i risultati non arrivano (nonostante la squadra non sia per niente scarsa come nomi), i tifosi mugugnano e soprattutto non c’è la pazienza di aspettare per un progetto, è sempre l’allenatore il primo a saltare.

Ma cosa credono i dirigenti del Milan, che Gattuso possa portare la squadra in Champions? Proprio l’ex leggenda rossonera sarà il nuovo tecnico della prima squadra dopo aver ben allenato la primavera.
Il che significa, senza offesa per nessuno, ancora dubbi vista la scarsa esperienza curriculare di “Rino” come guida tecnica, con risultati non proprio positivi anche in Serie B, e soprattutto un tecnico in più in libro paga.
In attesa, la prossima stagione, che possa arrivare un top coach come Conte(il sogno), per ora il grande progetto Milan è naufragato.
Basterà un traghettatore, seppur molto amato a Milano e rispettato, a ricondurre la nave verso acque tranquille?

A cura di Giacomo Biondi

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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