Il governo Conte si prepara a svolgere due temi molto scottanti: l’abolizione della prescrizione dopo ogni sentenza di primo grado e la revoca delle concessioni autostradali al gruppo Atlantia gestito dalla famiglia Benetton. Dettati sui quali la maggioranza nei prossimi giorni si dovrà misurare non solo per la tenuta del parlamento, ma per il grado di civiltà e cultura che il paese tricolore chiede nell’imminente futuro.

In gioco ci sono libertà e diritti costituzionali sia dei privati cittadini e delle imprese, con 15 negozi che giornalmente chiudono i battenti. E non importa se i provvedimenti in agenda di governo passeranno con voto parlamentare e, quindi, rispettando almeno la forma della democrazia, perché la storia di questa Italia è piena di vincoli incivili imposti dalla solita minoranza sostenuta da strumenti totalitari e di poltrone anche quando le idee sono opposte, ma ciò che conta sono le poltrone e avere una degna pensione nel domani.

Ora c’è da chiedersi con l’opposizione tutta contratta e contraria se la sinistra democratica e il nuovo partitino di Matteo Renzi si accoderanno alla forma giustizialista di Di Maio e dei grillini. Davvero cade il principio di civiltà secondo cui un innocente in galera o a processo per lunghi anni è cosa più incivile di un colpevole in libertà?.

Sicuramente no, perché anche noti giuristi definiscono tale manovra parlamentare come una strada interrotta ed inefficace ed è sbagliata percorrerla, perché risulta un calvario in contrasto proprio con la Costituzione, una forza autenticamente democratica non può permettere che avvenga questo scempio.

In un’ultima analisi dobbia ricordare come il 75% degli indagati al termine di ogni processo risulta innocente e punire per forza chi è solo inquisito, francamente appare agli occhi di tutti una scontata assurdità.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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