C’è chi ha parlato di “apocalisse di fuoco”, ma qualunque espressione non riesce a rendere la gravità dell’incendio che sta martoriando le regioni di Castelo Branco e Coimbra, in Portogallo.

Il lavoro dei Vigili del Fuoco prosegue incessantemente dal quel maledetto 17 giugno, quando le fiamme hanno iniziato a diffondersi uccidendo almeno 62 persone nel cuore della regione portoghese. Più di mille pompieri stanno cercando di combattere il devastante incendio, ma la situazione è disperata. Anche se le temperature sono calate, il rogo, scoppiato a Pedrógão Grande, continua a infuriare. Stando a quanto comunicato dalla protezione civile “il rischio d’incendio è massimo” nel centro del paese.

Secondo le autorità, molte persone sono rimaste uccise mentre percorrevano in auto la statale tra Figueiró dos Vinho e Castanheira de Pêra. Altri corpi sono stati trovati nei casolari più isolati. Antonio Costa, il premier del Portogallo, ha chiesto a tutti gli abitanti di rispettare gli ordini di evacuazione.

La polizia, dopo aver trovato un albero colpito da un fulmine ha accantonato la pista dolosa, ritenendo che la causa scatenante il rogo sia da ricondursi ad un temporale. Le fiamme hanno trovato terreno fertile grazie alle alte temperature dello scorso fine settimana.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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