Cambiare allenatore durante una sosta di campionato è spesso una scelta adottata quando non si ritiene ci sia altra soluzione per dare la così detta “scossa”; c’è, almeno così si dice, un po’ di tempo per conoscersi e lavorare, anche se poi bisogna contarsi in quanti si è, perché tra nazionali ed infortunati, non sempre i conti quadrano davvero.
Non si sono sottratti a questa regola Milan e Sampdoria, che dato il benservito a Giampaolo e Di Francesco, si sono orientate verso nomi affidabili, anche se non proprio di primissimo piano e, soprattutto, non le prime scelte.

Certo Stefano Pioli non può dirsi il ritratto del “milanista”, anzi, il suo tifo ed il passato sulla panca interista, hanno fatto storcere il naso a quei tifosi rimasti un tantino indietro con i tempi, ad un calcio di capelli impomatati e palloni con le cuciture in rilievo; ma che dire allora di Spalletti, la prima scelta rossonere, tutt’ora sotto contratto dei nerazzurri e che non è riuscito (o non ha voluto) liberarsi?
In ogni caso, per quanto con lui non si usi l’appellativo di professore, il curriculum di Pioli è ben diverso da quello di chi l’ha preceduto, anche senza gli incensamenti di stampa ed addetti ai lavori, evidentemente pronti a prostrarsi di fronte al Diavolo, anche perché se i numeri valgono qualcosa, quello al Milan è il settimo esonero del tecnico nato a Bellinzona, e le panchine su cui si è seduto da allenatore non sono poi tante di più.

Ma cosa riuscira a fare Pioli in rossonero? Sarà capace di portare una squadra forse sopravvalutata in Champions? Staremo a vedere, ma probabilmente quando gli allievi non sono proprio delle “cime” è meglio stare sul semplice anziché sfornare concetti che, nella realtà, in pochi capiscono ed in ancor meno mettono in pratica! Probabilmente il Milan non è da Champions, ma almeno in Europa Pioli potrebbe riuscire ad andarci, anche se non è un gran docente ma solo un maestro elementare, magari di sostegno visti gli allievi.
Non diversamente è andata alla Samp, che dopo il rifiuto di Gattuso è andata su Claudio Ranieri, che probabilmente sarà antipaticissimo a DiFra, visto che per la seconda volta consecutiva si siede su quella che è stata la sua panchina.
Dopo la Roma la Samp, dove i risultati sono una chimera, così come il gioco, e senza il regalo di Natale anticipato del Torino, sarebbe notte ancora più fonda ed un bello zero in condotta, perdono, in classifica.

Ranieri è una vecchia volpe, capace sia sotto l’aspetto professionale che quello umano, scafato da una vita passata prima da calciatore e poi in panchina. A differenza di Pioli, Ranieri deve “solo” fare un campionato dignitoso, visto che difficilmente i ciclisti riusciranno a risalire più di tanto la china, e sotto questo aspetto il “sor Claudio” è la persona giusta per portare tranquillità in un ambiente oggi pieno di tuoni, fulmini e saette, con la tifoseria inviperita per la mancata cessione societaria ed una rosa dove ci sono troppe spine e pochi fiori e Quagliarella prima o poi smetterà di fare miracoli.
Tra le tante curiosità su Ranieri, come non notare che alla ripresa del campionato ci sarà Roma-Samp e proprio nel giorno del suo compleanno? Auguri allora al mister romano, persona equilibrata, semplice quanto capace, che lascia i ghirigori ad altri, salvo poi sostituirli quando serve concretezza e piedi a terra.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Marco Iorio

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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