Nella vita, è più difficile recitare o rimanere se stessi? Beh, esistono molte persone (troppe), che per tutta la loro esistenza recitano una parte senza nemmeno accorgersene. E altre, invece, che rimangono fedeli a se stesse in tutto e per tutto. Ma quando si fa l’attore invece? Quando, per professione, si è chiamati ha interpretare un ruolo, come si gestisce questa duplice situazione? Lo abbiamo chiesto a Pino Quartullo (classe 1957), famoso attore e regista romano, con tanti anni di carriera alle spalle, che ha imparato dai più grandi del panorama attoriale italiano e uno di questi risponde al nome di Gigi Proietti. Quartullo si è laureato in Architettura, ma la sua vera vocazione è sempre stata la recitazione. Per questo si è diplomato in regia all’Accademia Nazionale d’Arte Silvio D’amico e in recitazione al Laboratorio di Esercitazioni Sceniche di Gigi Proietti.

Quartullo, cosa l’ha spinta a intraprendere questo mestiere?
‘Un’attrazione smodata, inesauribile, ineguagliabile per il teatro, sin da quando ero bambino. Nulla mi attraeva e mi attrae di più al mondo. Non mi stanco mai di lavorare, perché mi diverte e mi appassiona immensamente.’

Ha sempre voluto fare l’attore quindi?
‘Sì, poi ho scoperto che mi piaceva anche fare il regista. Ho scoperto che potevo scrivere, mi sono innamorato anche del cinema; ma fare l’attore è sempre rimasto un bisogno primario.’

Quanto studio c’è dietro questo mestiere?
‘Si possono anche non frequentare scuole, come nel caso di Gigi Proietti, Loretta Goggi o Elena Sofia Ricci, se si ha molto talento e si incontrano grandi maestri e si è molto perspicaci si possono anche non frequentare. Ma delle scuole con bravi insegnanti sicuramente possono velocizzare i tempi di apprendimento, perché ci si confronta con altri allievi.’

Preferisce recitare in film, in teatro o nelle fiction?
‘Dipende da chi è il regista. Dipende dal progetto. Non preferisco un genere, preferisco la qualità del progetto.’

Per entrare nella parte, che regole segue?
‘Cerco di capire la persona, che chiamiamo personaggio, le situazioni che ha vissuto. Mi metto nei suoi panni. Cerco di prendere da me il più possibile, cercando di allontanarmi da me meno possibile. La semplicità, la verità, la credibilità, la chiarezza, anche quando si interpretano personaggi non chiari. Non dare mai la sensazione di sapere già quello che si sta dicendo. Pensare realmente a tutto quello che si dice. Sorprendere anche se stessi nel dire le battute. E tante tante altre ‘regole’.’

Secondo lei, esistono piccole parti o meglio piccoli attori?
‘Meglio un bel personaggio che un ruolo ‘tinca’; in gergo la tinca apre molto la bocca ma è come se fosse muta. Anche un grandissimo attore in un ruolo sbagliato o inconsistente può non riuscire a dimostrare la sua grandezza. Ma ci sono altresì piccoli ruoli meravigliosi che danno opportunità enormi ad un grande attore. Quindi non è un discorso di quantità di battute ma di tipologia di occasioni. Un grande attore quasi sempre sa anche scegliere e quindi sa come non farsi penalizzare dal ruolo, dal progetto o da una regia dannosa.’

Si è mai sentito non all’altezza della situazione?
‘Sul set di un mio ex-amico regista di una fiction, che ha cercato di fare di tutto per non farmi sentire a mio agio. L’attrice protagonista mi aveva fortemente voluto ma lui, il mio grande ex-amico, ha messo un altro attore ad interpretare il ruolo che doveva essere il mio. Mi ha assegnato un ruolo di un personaggio negativissimo, mi correggeva sul set per qualsiasi cosa e mi dirigeva come se io non avessi già recitato con dei veri grandi, prima di lui: Gigi Magni, Dino Risi, Mario Monicelli, Pupi Avati, Patroni Griffi, Enrico Maria Salerno e infiniti altri giganti veri, sempre tutti entusiasti di me; come se io, a mia volta, non avessi diretto e fatto debuttare grandissimi attori. Scorreva sul set tanta tanta cattiveria inutile e nefasta. Ma Dio c’è, ed il regista mio ex-amico è stato punito.’

Ha lavorato con grandi registi e attori… da quali ha imparato di più?
‘Registicamente ho imparato tutto da Gigi Proietti e Aldo Trionfo, che avevano molte cose in comune pur essendo apparentemente diversissimi; attorialmente ho imparato da così tanti maestri che non vorrei far torto a nessuno.’

A cosa sta lavorando in questo momento?
‘Sto portando avanti una ventina di progetti per il cinema, sto curando una mia versione della Bisbetica Domata (Indomabile), sto girando l’Italia con un mio recital dedicato al vino, un Wine-man-show, da Euripide a Woody Allen, poi sto curando un evento spettacolare per commemorare i 1900 anni della morte dell’imperatore Traiano, il 4 agosto prossimo, nel porto storico di Civitavecchia, che fu voluto e realizzato da Traiano.’

A cura di Nicola Luccarelli

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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