La partita è finita da poco, il Napoli ha espugnato lo Stadium e lo Scudetto è cosa ancora tutta da giocare; ci si aspettava un certo tipo di partita, molti parlavano di spettacolo e, come spessissimo capita in questi casi, lo spettacolo è stato rimandato ad una prossima occasione …
Dire che Juve-Napoli ha rispettato le attese è puramente eufemistico, anche se fanno bene i napoletani ad essere contenti, in fin dei conti hanno vinto in uno stadio che li aveva sempre respinti, spesso alla fine di partite dove non si era arrivati a due tiri complessivi, e per tiri intendo quelli che costringono a grandi parate dei portieri, non gli pseudo passaggi “telefonati” che in mancanza d’altro ci vengono spacciati come occasioni da gol!

Fanno bene a festeggiare i napoletani, ma … la Juve è ancora avanti di un punto ed ha nelle mani, o nei piedi se preferite, il proprio destino; vero è, che sembra una Juve stanca, una formazione dove quelli che sono da anni i capisaldi non stanno più insieme neppure con i cerotti e dove chi dovrebbe sostituirli nel peso delle partite, spesso sparisce o fa numero e nulla più!
Ho sentito tante parole relative alla sconfitta bianconera, molte contro Allegri, ma vorrei fare una considerazione personale dopo una partita che doveva essere fondamentale e che la Juve ha toppato malamente, una considerazione che torna a Madrid ed ai giorni successivi un’uscita dalla Champions a mio modesto parere esacerbata da troppe parole e troppe polemiche.
Qualcuno ha criticato le dichiarazioni del dopo partita, al Bernabeu, proprio di Allegri, già proiettato sul campionato, come se anche lui dovesse rincarare la dose che già aveva troppi contro protagonisti, dal presidente al capitano e via discorrendo; e se Allegri si preoccupasse, giustamente, di liberare il più in fretta possibile di strascichi pesanti e preoccupanti la testa dei suoi giocatori?

Subito dopo la Spagna, la Juve ha spianato la Sampdoria non proprio svavillante nelle ultime settimane, ma poi è arrivata la squadra vista a Crotone e contro il Napoli, la Juve scarica e per nulla reattiva che ha pareggiato in Calabria e perso in casa, che davvero non ha le gambe ed è quindi solo un discorso fisico, o è innanzitutto scarica di testa, cioè di quella che è la cosa più importante anche in uno sport dove si gioca con i piedi?

Il nervosismo, gli errori, le disattenzioni dei bianconeri sono davvero un problema fisico? Vero che il Napoli gioca un calcio migliore rispetto ai bianconeri e per puntare al titolo ha praticamente “rinunciato” alle altre competizioni, ma non dovrebbero essere più stanchi gli azzurri che non hanno l’organico e l’esperienza dei bianconeri? E allora?

E’ possibile che le troppe parole, le polemiche anche spropositate, del dopo Madrid abbiano lasciato scorie pesanti nella testa e nei muscoli juventini? Io, modestamente, credo di sì e se vuole restare in testa ritengo sia necessario innanzi tutto liberarsi psicologicamente, anche se la cosa non è certo semplice.

Lo Scudetto è lì che aspetta anche se oggi è difficile fare un pronostico; già il prossimo turno, con Inter-Juve e Fiorentina-Napoli potrebbe darci qualche certezza in più, soprattutto in ambito bianconero, perché quello di San Siro è un altro appuntamento in cui servono risposte chiare e forti, per il passato, il presente e per un futuro prossimo che nel giro di quattro settimane potrebbe valere il settimo scudetto consecutivo o decretare il fallimento di una stagione che fino a quindici giorni fa doveva essere di ben altro tipo!

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Iorio

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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