Raro esempio di longevità artistica che attraversa stili e generazioni, la sua dolce rivoluzione rock dalla fine degli anni ’50 ha rinnovato la canzone napoletana rendendola ‘cool’. Con un timbro vocale inconfondibile che rimanda al fascino dell’isola azzurra, alla magia dell’estate, dei suoi amori e a una romantica ‘luna caprese’, da voce del twist a elegante chansonnier ha fatto innamorare almeno tre generazioni. Canzoni come ‘Roberta’ e ‘Champagne’, che fanno parte della storia della musica in Italia, sono cantate e amate ancora oggi, anche dai più giovani.

Dalla gavetta nei night-club di Capri e Ischia con occhiali spessi e giacca di lamè, unico cantante italiano a salire sul palco calcato dai Beatles nella celebre tournée italiana del 1965, Peppino è stato un enfant prodige al pianoforte esibendosi dall’età di 4 anni per i militari americani di stanza a Capri. Dal 1958 il primo successo ‘Malatia’ lo fa subito divenire una star, accompagnato dai Rockers. ‘Don’t Play that song’, ‘Voce ‘e notte’, ‘Luna caprese’, ‘Nun è peccato’, ‘St. Tropez twist’, ‘Let’s twist again’ (il suo disco più venduto), ‘Nessuno al mondo’ hanno fatto da colonna sonora all’Italia spensierata che andava incontro al boom. Con ‘Me chiamme ammore’ vince l’ultimoFestival di Napoli nel 1970. Partecipato a quindici Festival di Sanremo, record assoluto, vincendone due: nel 1973 con ‘Un grande amore e niente più’ e nel 1976 con ‘Non lo faccio più’.

Innumerevoli le sue hits evergreen dagli anni ’70 ad oggi, da’Amare di meno’, sigla del mitico Rischiatutto a ‘Roberta’, da ‘Auguri’ a ‘Il sognatore’, senza mai dimenticare la tradizione napoletana rivisitata in chiave moderna. Il suo canzoniere è sterminato, ogni sua esibizione, sempre circondata dall’affetto di un pubblico che si rinnova, è un viaggio lungo una vita nelle emozioni di chi lo ascolta ma anche nel costume italiano.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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