anziani
In Italia le pensioni possono essere d’oro, ma anche di legno. Eh sì, perchè è tutta una questioni di contributi, Chi, in tutta la sua carriera lavorativa, ha versato sempre i contributi potrà godere di una lauta pensione e vivere felice e contento. Chi, invece, avrà versato poco, dovrà accontentarsi di una misera pensione. Ma è davvero tutta una questione di contributi, oppure c’è qualcosa di più sotto? Perchè la stragrande maggioranza della popolazione di pensionati italiani vive appena sopra la soglia di povertà? Perchè la stragrande maggioranza dei pensionati italiani è costretta a rovistare nella spazzatura perchè non ha soldi per fare la pesa? Ma, soprattutto, perchè lo stato non garantisce uguali diritti per tutti? Come sempre, ci sono molte persone che sono più uguali di altre. Volete sapere chi? Sono i nostri politici, sia di vecchio che di lungo corso, i quali nonostante i pochi contributi versati, riescono a guadagnare vitalizi (non pensioni come i comuni mortali), che vanno dai 2mila ai 6mila euro al mese. E questo non è nulla, perchè molti dirigenti e manager statali (andati in pensione da anni), continuano a mettere in tasca al mese, qualche milioncino di euro all’ anno. Per questa gente, i tempi duri non arriveranno mai, questo è chiaro come il sole. A pagare, come sempre del resto, sono i poveri pensionati e soprattutto gli ormai famosi ‘esodati’, che nonostante abbiano lavorato per una vita intera, aspettano ancora di arrivare alla pensione. La pensione per questi poveri cristi, sembra sempre più un miraggio. Davvero incredibile. Queste persone avevano smesso di lavorare e volevano godersi (giustamente), la pensione, ma come un fulmine a ciel sereno, la legge Fornero ha deciso di allungare l’età pensionabile e così milioni di pensionati o per meglio dire esodati, si sono trovati senza lavoro e senza sostentamento, aspettando come delle povere anime in pena, di arrivare, nuovamente, all’ età pensionabile. Siamo in Italia, oppure nella Francia prerivoluzionaria? Ma non è solo questo a far indignare il popolo. Il governo (quello del professor Monti), è riuscito anche nell’impresa di bloccare gli assegni Inps. Cose dell’altro mondo. Adesso, però, sembra che il governo Renzi voglia restituire a milioni di italiani, gli arretrati sulle pensioni, dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato questo blocco. Gli italiani che riavranno il maltolto, saranno quelli che avranno un reddito mensile tra i 1.400 e i 1.600 euro lordi (1.100 e 1.250 euro netti), mentre chi invece guadagnerà al mese tra i 3.200 e 3.500 euro lordi (2.200 e 2.500 netti), non riceverà nulla. Quindi, diciamo un rimborso a metà, che accontenterà qualcuno e farà arrabbiare tanti altri. Comunque, indipendentemente dai rimborsi del caso, in Italia il problema delle pensioni non sembra essere al primo posto nei pensieri dei nostri governanti. Se i 60/70 di oggi devono tribolare per avere un aumento di pensione, la mia generazione (io sono nato nel 1985, quindi fate voi i conti), la pensione non la vedrà proprio. Oggi, si inizia a lavorare troppo tardi e chi riesce a trovarsi il posto fisso, sembra essere considerato, da tutti, un miracolato. Sono tempi duri e saranno ancora più duri, se non si prova a fare qualcosa per migliorare le cose. L’unica cosa che possiamo e dobbiamo fare e di continuare a credere in noi stessi e non abbandonare la speranza. Prima o poi, questa tempesta finirà e l’arcobaleno ci indicherà la via del cambiamenti.

Editorialista Nicola Luccarelli – Foto Marco Iorio

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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