Pasolini

Esattamente 40 anni fa (il 2 novembre 1975), moriva Pier Paolo Pasolini. Giornalista, Scrittore, Poeta, Regista e tanto altro. Pasolini era unico nel suo genere. Un intellettuale diverso da tutti quelli che lo avevano preceduto. Un intellettuale, forse atipico, ma pur sempre un intellettuale di grande valore. Fino a quel momento (parliamo dei tribolati anni ’70), l’ intellettuale poteva eccellere in una sola arte alla volta: chi era scrittore poteva solo scrivere, chi era regista si limitava a girare film (nella stragrande maggioranza dei casi), chi era giornalista scriveva articoli o al massimo saggi e, infine, chi era poeta componeva in versi. Tutto qua, niente di più semplice.

Qualcuno che usciva dal seminato esisteva anche in quegli anni di ‘piombo’, ma erano tutte mosche bianche di cui in pochi si possono e vogliono ricordare. Pasolini, invece, è ricordato per essere stato un grande intellettuale. Non voglio aggiungere anche le parole ‘di sinistra’, perchè secondo me, la cultura ma anche l’ intelligenza non può essere tradotta banalmente in una fede politica. L’ uomo è, prima di tutto, un uomo e poi un animale politico e non il contrario. Pasolini è stato una eminenza più rossa che grigia, in un periodo di grandi cambiamenti sociali. Il suo modo di fare arte, ha rivoluzionato totalmente il concetto stesso di arte. Lui ci ha mostrato il lato nascosto delle cose. Quelle cose che noi non vogliamo vedere, il lato oscuro della nostra mente. Un’ oscurità materializzata.

Una volta poteva prendere la forma di un quartiere degradato, un’ altra si trasformava in un enorme complesso residenziale. Accattone, Uccellacci Uccellini, Medea, il Vangelo secondo Matteo, non erano solo film interpretati per la maggior parte da attori non professionisti, ma erano spaccati di vita quotidiana. Una vita che voleva uscire dal bianco e nero di quegli anni così difficili e diventare, finalmente, a colori. Pasolini aveva capito prima di tutti come sarebbero andate le cose.

Pasolini aveva capito che il cambiamento avrebbe dovuto partire da noi e che se avremmo voluto cambiare veramente la nostra misera condizione, avremmo dovuto scavare a fondo, nel torbido, fino a metterci completamente a nudo. Spogliarci delle nostre paure, per tornare a guardarci allo specchio, senza vergogna. Purtroppo, gli anni ’70 hanno messo a dura prova le vite di tanti personaggi illustri e anche quella di Pasolini è stata strapazzata fino all’ inverosimile, fino alla tragica morte. In quel decennio, non si poteva essere intellettuale e omosessuale allo stesso tempo. Ma Pasolini era entrambe le cose e riusciva a conviverci benissimo. Proprio questo suo essere diverso dagli altri (in tutti i sensi), ha attirato le attenzioni di certi poteri forti che lo hanno fatto tacere per sempre.

Poteri forti, come politica e servizi segreti deviati e non Pino Pelosi, un povero ragazzo che si prostituiva per pochi soldi. Dietro a questo delitto c’è di più, molto di più. Non si è ammazzato solo un uomo, ma si è eliminata una voce fuori dal coro, che sapeva molto, forse troppo. Perchè, Pier Paolo Pasolini non viene ricordato come si potrebbe e dovrebbe? Perchè agli italiani interessa di più festeggiare una festa pagana importata come quella di Halloween e non ricordare un maestro del nostro tempo? Sinceramente non me lo so spiegare, ma mi rendo conto che l’indifferenza è solamente segno di ignoranza e stupidità, ma soprattutto che un altro essere umano così straordinario e affascinante come Pier Paolo Pasolini, non nascerà mai più.

A cura di Nicola Luccarelli

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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