L’ultima affermazione di Papa Francesco per molti è stata a dir poco rivoluzionaria e il concetto era il seguente: “No ai matrimoni facili, mondani, riparatori: cioè quando lei è incinta e si fa tutto in fretta. Chi si sposa deve assolutamente essere consapevole di un impegno che è per tutta la vita”.

Insomma, meglio un buon matrimonio dopo una convivenza che un matrimonio improvvisato. “Tanti matrimoni sono nulli per mancanza di consapevolezza”, ha detto il Pontefice giovedì, aprendo il convegno annuale della Diocesi di Roma.

Francesco ha affermato che a causa della mancanza di preparazione degli sposi “una grande maggioranza dei nostri matrimoni sacramentali sono nulli”; Poco dopo il tiro è stato corretto, visto che la parola “tanti” aveva creato diverse polemiche; la rettifica è stata: “Una parte dei nostri matrimoni sacramentali sono nulli”, come riportato dal testo della Sala Stampa.

Ad ogni modo, un punto assolutamente indiscutibile è che le convivenze sono un fatto ormai ordinario: “Una mia esperienza a Buenos Aires – ha raccontato il Papa – i parroci nei corsi di preparazione al matrimonio la prima domanda che facevano era:’Quanti siete conviventi?’. La maggioranza alzava la mano. Preferiscono convivere, e questa è una sfida, richiede lavoro”.

Soprattutto, secondo il Pontefice, è una sfida che necessita del superamento del pregiudizio sociale ed ecclesiastico: “Non dire subito: ‘Perché non ti sposi in chiesa?’. No. Meglio accompagnarli: aspettare e far maturare. E fare maturare la fedeltà”.

La linea è quindi molto chiara: no al matrimonio riparatore e non fare fretta ai conviventi.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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