“Entrare nel mistero” è la chiave meditativa che papa Francesco ha scelto per la veglia pasquale, rito centrale nel cristianesimo perché ne rivive l’evento fondativo, la resurrezione.
“Entrare nel mistero”, “ascoltare il silenzio” e “non fuggire davanti ai problemi. Cercare risposte non banali a ciò che mette in crisi la fede, la fedeltà e la ragione”. Non aver “paura della realtà” e vincere “pigrizia” e “indifferenza”. Così, per il Papa, si vince il dolore e la paura, come insegnano le “donne discepole di Gesù” che dopo una notte angosciosa seguita alla morte del Cristo, mentre i discepoli restano chiusi nel Cenacolo, escono e vanno al sepolcro, mosse dall’amore.
“Entrare nel mistero” è la chiave meditativa che papa Francesco ha scelto per la veglia pasquale, rito centrale nel cristianesimo perché ne rivive l’evento fondativo, la resurrezione. Ma il Papa cattolico, con la sua preghiera e la sua ricerca di senso al dolore e alla paura, si pone idealmente a fianco di ogni uomo, credente e non, messo di fronte al dolore, all’angoscia della morte, alle paure quotidiane. Lo fa nella Pasqua del 2015, quando cronaca e storia ancora una volta raccontano di violenze oscene dell’uomo sull’uomo in ogni parte del mondo, e quando in particolare la strage dei ragazzi cristiani in Kenya rende difficile la gioia cui sempre il Papa fa riferimento.