A gennaio pareva essersi scatenato, con largo anticipo, un vero e proprio tsunami riguardante le panchine della Serie A 2017-18; nessuno era certo della conferma e sembrava di poter assistere ad una rivoluzione che partiva proprio dalla panca dei Campioni d’Italia della Juventus.

Intorno ad Allegri ronzavano sirene straniere e qualche divergenza d’opinione con la dirigenza bianconera sembrava dare adito ad un addio anticipato rispetto alla scadenza naturale del contratto del livornese; ovvio che questo eventuale movimento scatenasse la ridda di voci che, a cascata, coinvolgevano il ghota dei mister italiani e stranieri appetiti e appetibili.
C’era inoltre da fare i conti con i contratti in scadenza di Spalletti e Paolo Sousa, cioè due non propriamente “qualunque”, cui si aggiungevano Nicola e Del Neri, a completare l’elenco di coloro che si liberavano al 30 giugno 2017; Spalletti metteva sempre in discussione la propria permanenza sotto il Cupolone, determinata (a suo dire) dalla vittoria di un trofeo, mentre per il portoghese Sousa, erano i risultati ed una piazza sempre più insofferente nei suoi confronti a determinare la quasi certezza di chiusura del rapporto.
Come tralasciare poi le milanesi? In casa rossonera teneva banco un closing che pareva sempre più un’operazione “a rate” stile anni 60/70, dove quello che mancava erano i danè necessari al passaggio di proprietà e quindi restava l’incertezza anche sul futuro di Vincenzino Montella, al di là dei risultati.
Sulla sponda nerazzurra del Naviglio i cinesi erano invece già arrivati, anche se nulla era cambiato circa la confusione che da sempre regna in casa del Biscione, con acquisti sovrastimati ed allenatori che durano lo spazio di qualche sconfitta, o anche meno.

Per fare buon peso e dare un tantino d’allegria ci pensa poi sempre ADL, che se non entra in conflitto con qualcuno pare non essere contento e chi meglio di mister Sarri può risvegliare la vena polemica di uno che crede di poter camminare sulle acque del golfo e fare un barbecue sul Vesuvio a proprio piacimento?
Bene, sono passati tre mesi e molto è cambiato, anche se bisogna capire quanto in meglio e cosa in peggio, perché difficilmente Allegri lascerà la Juve (anche se in caso di triplete …. Quando si vince tutto ….) ed allora bisogna rifare i conti ed i disegni quasi dappertutto.
Spalletti, ad esempio, non ha vinto nulla per l’ennesima volta, anzi, ha fallito tutte le gare importanti perché c’è molto di suo in tutte le sconfitte brucianti della stagione; il “filosofo” di Certaldo da qualche settimana ha corretto il tiro, anche perché la Juve lo solleticava e Fiorentina o Inter (?) non sono certo la stessa cosa e oggi la conferma in giallorosso non lo vedrebbe certo riluttante (ma Pallotta non è ora che lo lasci andare a cantare in un altro cortile?).
Sousa lascerà sicuramente Firenze, dove l’alternativa a Spalletti è quel Di Francesco che, dopo anni felici al Sassuolo, ha deciso di fare un salto di qualità e risultati; entrambi sono stati recentemente visti a cena con il Direttore viola Corvino e presto sapremo chi ha convinto il buon Pantaleo e metterà le terga su di una panca spesso bollente ma certamente di prestigio.
Montella “dovrebbe” restare il tecnico del Milan, mentre l’Inter sta inseguendo a suon di milioni Antonio Conte o il “Cholo” Diego Simeone, iniziando dalla panchina (cosa fondamentale, ma bisogna necessariamente scegliere gli uomini giusti, ai posti giusti, in Società) la costruzione di una formazione che torni il prima possibile a competere, e vincere, in Italia ed Europa.
Alla Lazio confermatissimo (ma potrebbe essere diversamente?) Simone Inzaghi, partito come ruota di scorta e capace di portare gli aquilotti a volare ben più in alto dell’immaginato; così come confermatissimo a Bergamo è Gasperini, capace di riportare i nerazzurri in Europa, anche se molto dipenderà da quale sarà la formazione prossima atalantina e da quale peso avranno le tante proposte allettanti ricevute e da ricevere dal mister piemontese.
Salvo scossoni imprevisti Sarri resterà al proprio posto, alla faccia del fatturato e di qualche critica circa l’idea di proporre sempre la stessa formazione, valutando poco le alternative in rosa; identico discorso dovrebbe valere per Torino e Sampdoria che continueranno con Mihajlovic e Giampaolo, salvo che il mercato non soddisfi le loro aspettative di innalzare la “famosa” asticella.

C’è poi, seguendo l’attuale classifica, un gruppo di formazioni in cui le certezze sono praticamente a zero su conferma o addio dei propri mister: Udinese, Cagliari, Chievo e Sassuolo potrebbero salutare chi oggi siede in panchina ed iniziare un nuovo ciclo con facce nuove; a Udine sembrava certa la conferma di Del Neri, ma il mercato potrebbe essere motivo di salutarsi.
Così come di saluti si parla a Cagliari per Rastelli ed al Chievo per Maran, entrambi capaci di rispettare e raggiungere gli obiettivi con largo anticipo, ma entrambi, anche se per motivi diversi, quasi sicuri di aver chiuso le rispettive fortunate avventure.
Donadoni confermato a Bologna, ma non si sa mi, e poi arriva la zona calda della classifica, iniziando dal Genoa, dove il Presidente Preziosi fa e disfa la rosa due volte a stagione e dove l’allontanamento di Juric in luogo di Mandorlini è durato lo spazio di qualche sconfitta per poi tornare indietro; l’ex allenatore del Crotone ha un contratto sino al 2019, ma con il re dei giocattoli tutto è sempre piuttosto aleatorio e ci si può aspettare qualunque cosa.
Empoli e Martusciello ancora insieme? Molto dipenderà da cosa succederà in queste ultime quattro giornate ed in quale categoria giocheranno i toscani l’anno prossimo; ad Empoli sono abituati a non fare troppe rivoluzioni, e possibile, ma indubbiamente occorrerà costruire una formazione ben diversa dall’attuale.
A Crotone, Nicola che è in scadenza, potrebbe restare solo in caso di salvezza (difficilissima), mentre a Palermo, viste le oscenità degli ultimi anni, potrebbe essere un’idea ingaggiare i Re Magi, affidando la conduzione della formazione, e la panchina, a rotazione, in questo modo si eviterebbero tutte le stupidaggini che da troppo tempo i tifosi rosanero devono sopportare; meglio metterla sul ridere, scusandomi per l’idea balzana, ma credo sempre più “logica” dei fatti palermitani.

Finiamo la nostra analisi con il Pescara che ha già deciso di confermare Zeman, sperando in un revival della stagione in cui protagonisti furono Verratti, Insigne, Immobile; certo Zeman sarà bravo con i giovani, ma non sempre si è ritrovato in rosa gente come quella citata o come Rambaudi, Baiano, Signori, e quando ciò non è successo, il “maestro” non è che abbia fatto meraviglie, anzi!

A cura di Maurizio Vigliani

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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