Sarò cattivo, ma perché non mi stupisco che le prime panchine saltate in Serie A siano quelle di Sampdoria e Milan? Di Francesco e Giampaolo, due incensati e sopravvalutati allenatori non mangeranno il panettone (salvo ritorni da… disperazione dirigenziale) visti i risultati e visto che le loro (adesso ex) squadre hanno sin qui davvero fatto vedere poco o nulla.

Non è ormai solo nostra abitudine esonerare l’allenatore quando i risultati non arrivano, ma nel caso di Milan e Samp sono davvero i mister gli unici colpevoli di tali situazioni? La Samp degli ultimi tre anni, (toh, quella di Giampaolo) ha vissuto sulle reti di un magnifico Quagliarella (che però ha trentasei anni), senza mai andare oltre il nono posto e senza fare mai vedere di avere quel gioco spettacolare di cui si magnificava l’allenatore, anzi, giocando sempre un girone di ritorno dove arrivava, puntualmente, un calo spaventoso di rendimento e risultati.

Messa nelle mani di un altro “unto” come l’ex allenatore di Sassuolo e Roma, ed alle prese con infinite trattative (ormai andate a monte, o almeno così pare) per la cessione, la Samp ha vissuto un’estate dove, al solito, si sono venduti i migliori per fare cassa ed è arrivata poca roba a dare consistenza ad una rosa dimostratasi poco competitiva e capace di raccogliere appena una vittoria (contro il taumaturgo Torino, elargitore di punti e regali più del Mulino Bianco) in sette giornate.

Ora, DiFra ha sicuramente le sue colpe, ma paga pure quella che è la gestione piuttosto “allegra” di un Presidente che (forse) ha come unico obiettivo quello di fare soldi con la Samp, che non vede l’ora di cedere, ma a condizioni improponibili e non solo a causa dell’attuale classifica; che poi la Samp abbia sin qui fatto vedere il nulla assoluto, questo è tutto da addebitare all’allenatore ed al suo staff, così come ci si dovrebbe chiedere quali meriti abbia sin qui acquisito un allenatore per ottenere un contratto da 1,8 milioni netti l’anno, per tre anni, una evidente “follia” di un mondo ormai da tempo senza limiti ed ancor meno competenze!
Competenze che evidentemente non è che abbondino al Milan, dove i cognomi sono altisonanti, ma giusto quelli, perché poi quando è ora di fare delle scelte il passato sul campo conta meno di zero ed è acclarato che si comprino giocatori un tantino a capocchia, più per dare il contentino ai tifosi che a comporre una rosa all’altezza; e non si venga a dire che si è operato per il futuro, perché certa gente che futuro può avere visto che è scarsa?

Se davvero è stato Maldini a scegliere Giampaolo, uno di cui ancora ieri ho sentito dire che ha fatto bene ovunque è andato (!?!?!?!?!? non capisco se chi lo ha detto aveva bevuto o non sa nulla del mister), allora vuol dire che anche Paolino è da esonerare, o ancora meglio, da invitare a cambiare mestiere, perché anche lui cosa ci ha visto in uno che ha fatto discretamente ad Ascoli ed Empoli, ma per il resto ha collezionato più esoneri che punti in classifica?

I fatti sono fatti, così come i numeri parlano chiaro ed entrambi dicono che Giampaolo non è un allenatore da Milan, salvo che si voglia giocare per arrivare sul fondo di sinistra della classifica, scordandosi il passato, i trofei e l’Europa; ma probabilmente anche Maldini e Boban non sono da Milan, o almeno non sono le persone giuste da mettere dietro una scrivania e prendere delle decisioni tecniche, cosa che mai hanno fatto e non è la stessa cosa di prendere a calci il pallone!

DiFra e Giampaolo, due destini già segnati, due “vittime” dell’incompetenza altrui, ma anche della propria strapagata presunzione, perché servirà del tempo, ma dopo tre mesi si può anche pretendere di vedere almeno uno straccio di schema, al di là di chi sono i calciatori a disposizione; salvo che insieme alla presunzione, anche per loro si debba e possa usare il termine “incompetenza”.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Marco Iorio

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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