Il poker è un gioco d’astuzia. Pokerista non si diventa, ma in un certo senso si nasce. E’ molto di più di un semplice gioco con le carte, attorno al poker e al tavolo verde si racchiudono tante sfaccettature diverse. Anche in Italia, questa pratica ha sempre avuto un nutrito gruppo di giocatori che hanno investito il loro tempo per diventare i migliori e affermarsi a livello nazionale e internazionale. Uno di quelli che ce l’ha fatta si chiama Luca Pagano, viene da Treviso e ha 39 anni. Pagano è un pokerista e imprenditore, e insieme al padre, nel 2003, è stato il fondatore e primo presidente della Federazione Italiana Gioco Poker. Inoltre, ha costituito Pagano Events, società organizzatrice di eventi a carattere pokeristico. Per la tv è stato commentatore di diverse gare di Texas Hold’em, una variante del poker e qualche anno fa ha anche vestito i panni dell’insegnante di poker nel programma La Casa degli Assi, andato in onda, per due stagioni, su Mediaset.

Cominciamo proprio dall’esperienza de La casa degli Assi. Cosa mi può raccontare di quelle due stagioni?
‘Sono state due edizioni molto particolari, diverse rispetto a quelle andate in onda in Francia, ad esempio. Ho avuto modo di conoscere la passione e le ambizioni dei giovani concorrenti e ci sono state personalità davvero interessanti. Non è per tutti una carriera nel mondo del poker, ma per i pochi che stanno continuando, le soddisfazioni non mancano e anche per me, che sono stato il loro direttore.’

Adesso parliamo della sua passione per il poker. Quando è entrato nella vita di Luca Pagano?
‘Il primo incontro è stato da giovanissimo, un viaggio con gli amici a Nova Gorica. Il black jack e la roulette non mi avevano entusiasmato molto, mentre il tavolo da poker mi ha affascinato fin dal primo momento. È bastato uno sguardo alle carte, alla dinamica del gioco: per me, giocatore di backgammon, è stato facile trovare nel poker feeling indescrivibile.’

Quando ha capito che sarebbe diventato un vero e proprio lavoro per lei?
‘Nella mente abbastanza in fretta, ma avevo bisogno di un po’ di pratica e di farmi le ossa, sia online che live. I risultati, i primi risultati importanti, sono arrivati in poco tempo. Credo che sia stato proprio quello il momento in cui ho capito che il poker sarebbe diventato per me un ‘lavoro’, ma non parlerei esattamente di lavoro: ci vuole passione, impegno e dedizione.’

Quali caratteristiche bisogna possedere per essere considerato un bravo giocatore di poker?
Costanza, pazienza, voglia di imparare e molta umiltà. Spesso mi fanno questa domanda, soprattutto i ragazzi che si avvicinano a questo mondo. E la risposta non cambia, perché sono questi i fondamenti di un buon giocatore, insieme alla prontezza mentale, allo spirito di osservazione. Eccellere nel poker non è cosa semplice, mantenere una posizione di rilievo e stare al top per anni ed anni, anche in contesti internazionali, non è da tutti.’

Qual è la differenza tra Texas Hold’em e il Poker che un po’ tutti conosciamo?
‘Abbiamo tutti giocato con il nonno o lo zio a poker, magari durante le feste, non a soldi, ma a noccioline e con il fare dei divi del cinema quando spulciano le carte in mano. Il poker tradizionale vuole cinque carte e, con quelle in mano, si cerca di ottenere il punto più alto per la vittoria. Nella variante texana le carte in mano sono solo due!’

A lei, quale piace di più?
‘Ovviamente il Texas Hold’em!’

Quanti titoli ha conquistato nella sua carriera? Quali i più importanti?
‘Riconoscimenti a livello nazionale ed internazionale, miglior giocatore, piccoli e grandi premi e tanta soddisfazione. Mi è sempre sfuggito il trofeo dell’European Poker Tour, ma la picca dell’Italian Poker Tour l’ho fatta mia!’

Qual è il giocatore più forte che ha mai incontrato?
‘Ne ho incontrati molti in carriera, ma il primo nome che viene è quello di Daniel Negreanu, un player che stimo molto e con il quale ho instaurato una grande amicizia che dura da molti anni.
Ho avuto l’opportunità di giocare con lui varie volte ed ogni volta è stata un’esperienza unica anche e soprattutto dal lato umano.’

Sta partecipando a qualche torneo in questo momento?
‘Dallo scorso inverno ho concentrato il mio impegno anche negli eSports, con il Team Qlash. Siamo i primi italiani a partecipare a competizioni di questo tipo e vogliamo coinvolgere tutti gli appassionati, gli atri team e i giocatori in un movimento che possa portare questi eSports alla ribalta nel nostro paese.’

Scusi l’ignoranza, che cosa sono gli eSports?
‘Gli eSports sono sport elettronici, una categoria che da qualche tempo è arrivata alla ribalta. Si tratta di particolari tipologie di gioco che si giocano a gruppi oppure uno contro uno, nell’ottica di conquistare la vittoria. Il fenomeno è esploso negli Stati Uniti, dove si tengono veri e propri campionati con premi anche in denaro; in Italia ci sono già dei team competitivi per giochi come Hearthstone (specialità del Team Qlash), Overwatch e League of Legends, per citare i principali, e siamo pronti a dare battaglia.’

A cura di Nicola Luccarelli – Foto: Manuel Kovsca

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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