«Ho una cosa importante da raccontarvi. riguarda me e quello che mio zio mi ha fatto». Lei è una ragazza di 29 anni, di origine ecuadoregna che un mese fa si è presentata in caserma, dai carabinieri di Riccione. e ha parlato la giovane, con molta fatica e con molta vergogna, di quello che lo zio-orco l’aveva costretta a subire. «Mi ha costretto a fare sesso con lui quando avevo sei anni nel 1995. E ha continuato per anni a violentarmi. Ma non sono l’unica vittima. Anche altre mie quattro cugine tutte hanno subito il mio stesso destino».

I carabinieri, con molta sensibilità e attenzione, sono stati ad ascoltarla. poi, insieme ad una psicologa e a personale specializzato, l’hanno aiutata a tirare fuori il terribile segreto che per anni era stata costretta a seppellire nella sua memoria. E’ iniziata così l’inchiesta (coordinata dal sostituto procuratore, davide ercolina) che ieri mattina ha portato all’arresto, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip Benedetta Vitolo su richiesta dello stesso pm Davide Ercolani, di un 68enne ecuadoregno, da una decina anni residente a Riccione dove, durante la stagione, lavora come aiutante bagnino in uno stabilimento balneare.

«Non ho fatto nulla, poi vedremo», si è limitato a dire ai militari dell’Arma riccionesi mentre sono andati a casa a prenderlo ed arrestarlo per poi portarlo in carcere. Stando all’accusa, per anni l’uomo avrebbe violentato le cinque nipotine, prima in Sudamerica, poi in Italia. Cugine abusate dal 1995 al 2017 con le violenze iniziate quando le piccole avevano sei anni o poco più. Il tutto avveniva nell’ambito familiare con lo zio o nonno, che dir si voglia, che cambiava solo la vittima, ma non la modalità. Era proprio ai nonni che le bambine venivano affidate quando i genitori andavano a lavorare. E lui, il predatore di famiglia, «un uomo patologicamente attratto da bambine di età compresa tra i 5 ed i 12 anni», come lo descrive il gip nell’ordinanza, sfruttando la vulnerabilità delle piccole, prima le ammaliava con giochi che poi si trasformavano in vera e propria violenza sessuale.

Nulla lo fermava, neanche il legame stretto di sangue che lo legava alle sue vittime. Le ultime due, le sorelline, ancora adesso minorenni, sono le figlie del figlio. E quando le bambine iniziavano a capire l’orrore che stavano subendo, l’aiutante bagnino prima cercava di comprare il loro silenzio con denaro e regali, poi passava direttamente alle minacce: «Se parli, faccio del male a te e alla mamma». Per anni i soprusi sono rimasti coperti, sotto silenzio. Un anno fa la prima svolta: la nuora lo aveva aggredito dopo aver scoperto che le figlie erano state abusate dal nonno. Quell’episodio, avvenuto davanti alla prima vittima, aveva fatto scattare una molla nella giovane.

A distanza di anni erano riemersi nella memoria particolari che aveva tentato di nascondere nelle pieghe più segrete dell’anima, ma che emergevano ogni volta che intraprendeva una relazione amorosa: tutto veniva vanificato dalle ferite di quelle violenze subite. Così la prima vittima, adesso una donna di 29 anni, dopo aver ricostruito tutto il dolore patito, è riuscita a far confessare lo zio orco, registrando il tutto in un file audio. E un mese fa, carica del suo dramma, si è presentata dai carabinieri di Riccione e ha svuotato il sacco. Per sempre.

L’inchiesta è subito decollata: i militari hanno sentito, con tutte le cautele del caso e con il supporto degli psicologi, anche le altre vittime che hanno confermato un quadro dell’orrore. Tutte vittime della fame sessuale del predone di famiglia. Ma ieri mattina, in sole 48 ore dalla richiesta del pm Ercolani, è arrivata l’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Adesso il nonno orco non potrà più fare del male a nessuna bambina.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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