In Italia, è diventato un pericolo anche partorire. Una donna aspetta tutta la vita di poter vivere un’esperienza come questa e alla fine il risultato è tragico. Negli ultimi giorni c’è stata una vera e propria escalation di morti.

Mamme e neonati hanno perso la vita in ospedale per complicazioni durante il parto. Ogni anno sono 50 i casi di morte per parto. Ben 5 sono avvenuti tra Natale e capodanno. Giovanna Lazzari, Anna Massignan, Marta Lazzarin e Angela Nesta sono morte insieme ai loro figli, solamente la figlia di Barbara Maolomo (deceduta anch’essa durante il parto), si è salvata. Donne giovani, in buona salute che avrebbero dovuto dare alla luce i loro figli in tutta serenità e tranquillità e invece non ce l’hanno fatta. Le cose sono andate diversamente.

Ma si può morire così nel 2016? Qui non siamo davanti a casi di malasanità, qui siamo andati oltre, veramente oltre. Posso solo immaginare come si possano sentire i famigliari che hanno perso una figlia, una moglie, una madre, una sorella in un attimo, inaspettatamente. Un minuto prima, vedi entrare in sala parto la tua compagna e quello dopo ti ritrovi a piangere il suo corpo senza vita e quello di tuo figlio. Un dolore atroce che non passerà mai. Ma ora è tempo di fare chiarezza, di capire cosa è andato storto, di avere delle risposte. Ci troviamo in Italia non nel Burundi, o in un qualsiasi paese del terzo mondo.

Ai parenti di queste vittime non basta parlare di fatalità, di incidente, delle solite “complicazioni” durante il parto. Quali complicazioni? Se una donna incinta è tenuta sotto osservazione per tutta la gravidanza, quali complicazione dovrebbero verificarsi? Perchè i medici danno sempre la colpa a fattori esterni e mai a loro stessi? Avere in mano la vita di una donna e di suo figlio è una grossa responsabilità, non ci si può sempre lavare le mani. Il ministro della salute Beatrice Lorenzin ha mandato una squadra di ispettori per far luce su questa vicenda. Si e poi?

Lo stato, come sempre, si muove dopo che le frittate sono state già cotte e mangiate. Invece di prevenire queste morti assurde, vigilando prima, si arriva sempre dopo, a tamponare delle falle diventate dei crateri. Non è umanamente accettabile tutto ciò. E la cosa più assurda e che non possiamo puntare il dito verso questo o quell’ospedale, perché i casi registrati nei giorni scorsi sono avvenuti in diverse strutture ospedaliere, da nord a sud. Il sistema sanitario nazionale sta facendo acqua da tutte le parti. Sono veramente disgustato da tutta questa situazione, veramente disgustato.

Sentire queste notizie al telegiornale e leggere sui giornali che una giovane mamma è morta dando alla luce il proprio figlio, è una tremenda ingiustizia. Pensare a tutto quello che sarebbe potuto essere e non è stato, è un colpo tremendo al cuore. Poi penso alla mia vita, alla mia voglia di diventare padre e a quella della mia dolce metà di mettere al mondo un figlio. Un giorno arriverà quel momento e so già che avrò una grande paura per me, per il mio amore e per il mio futuro figlio. Se qualcosa dovesse andare male? Se arriveranno queste stramaledette complicazioni? Se questo, se quello, insomma pensarci mi mette un’ ansia terribile.

Il giorno della nascita di tuo figlio dovrebbe essere un gioro speciale, unico, invece rischia di diventare un incubo. Abbiamo fatto passi da gigante, per quanto riguarda scienza e tecnica, ma nonostante questo, nel 2016 si muore ancora di parto. Non so dove andremo a finire di questo passo, ma come si dice “la speranza è l’ ultima a morire” e se ci tolgono anche quella, allora avremo perso veramente tutto.

A cura di Nicola Luccarelli

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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