Nato

La Nato sfida apertamente Mosca. Infatti, dopo le violazioni dello spazio aereo da parte dei jet russi in Turchia (alle prese anche con l’attentato alla marcia pacifista che è costato la vita a 128 persone), impegnati nei raid in Siria, il segretario dell’ alleanza atlantica Stoltenberg ha fatto sapere che la Nato difenderà tutti gli alleati da qualsiasi minaccia, compresa la Turchia. Apriti cielo e la risposta di Putin non si è fatta certo attendere: ‘La Russia è pronta a rispondere di conseguenza agli eventuali attacchi della Nato’. Insomma, c’è maretta fra le due contendenti.

La Russia è intervenuta con i suoi raid per dare manforte ad Assad contro gli assalti dell’ Isis, a differenza della stessa Nato che sta pensando e ripensando se intervenire o meno in Siria (come era già successo in altri paesi vedi Libia e più indietro ancora in Ex jugoslavia). Intanto, in quel paese è da quattro anni che stanno portando avanti una guerra senza confine: prima tra i ribelli del regime contro Assad e successivamente, contro il dilagare dell’ Isis. La formazione di un governo democratico in quella parte di medioriente è davvero molto lontana,specialmente ora con l’ intervento dei russi.

Il Cremlino ha fatto sapere che le sue azioni in Siria, contribuiranno anche a mantenere stabilità e sicurezza ai confini con la Turchia, aggiungendo che un possibile aumento della presenza di truppe britanniche in Europa Orientale, sarebbe spiacevole per la Russia. La patria del comunismo, di Lenin, Stalin e Putin (li metto sullo stesso piano per le stesse mire espansionistiche e stile dittatoriale), non vuole accettare consigli da nessuno e soprattutto stare alle regole di un trattato che dovrebbe coordinare gli interventi militaristici di tutte le nazioni europee, così da evitare una terza guerra mondiale. Visto che ci sono nazioni che continuano a farsi gli affari loro (e stiamo parlando della Russia e non del Lichtestein con tutto il rispetto per questo paese), che senso ha continuare a credere in una Europa unita e compatta? Non mi stancherò mai di dire che l’ Unione Europea non ha una storia comune, una tradizione comune e tantomeno una sua ragione d’ essere.

Negli ultimi anni, però, ci sono state troppe cose che non sono andate per il verso giusto, a cominciare proprio dalla guerra di Crimea e dal conflitto civile in Ucraina tra ucraini e russi. Sono proprio queste guerre intestine, spesso e volentieri, a ingrandirsi velocemente, coinvolgendo altri paesi, altri governi e governanti. Stiamo parlando di interventi militari e non di un gioco. Ci sono vite umane in ballo, non possiamo pensare che per un qualsiasi bene superiore, si possano sacrificare delle persone, come se fossero noccioline. E chi se ne frega se uno si sente più ucraino o russo. Quando la posta in gioco è la vita, la nazionalità ha ben poco valore. Ma comunque, vista la rivalità consolidata nel tempo tra Russia e Stati Uniti e i tanti tentativi di farsi uno sgambetto (riusciti o meno), l’ uno con l’ altra, dobbiamo stare molto attenti a non prendere sottogamba le ultime dichiarazioni minacciose dei russi. Io, fossi nella Nato, penserei ad evitare qualsiasi scontro, cercando di mediare il più possibile, senza rispondere al fuoco con il fuoco. Un’ altra guerra mondiale metterebbe in ginocchio un mondo già piegato da fame, pestilenza e catastrofi naturali e se, in mezzo, ci mettiamo anche un conflitto atomico, abbiamo fatto davvero tombola. Non è per niente facile far ragionare più teste, e metterle d’ accordo su qualsiasi argomento. Se uno pensa di avere ragione sull’ altro, è finita. Quello che posso fare io e tutti quelli che la pensano come me è di ripudiare la guerra non solo a parole, ma anche attraverso campagne di sensibilizzazione in piazza e su una ancora più grande come il world wide web. La pace si costruisce con il buonsenso e non con le armi. Ma io, purtroppo o per fortuna, non sono la Nato, e quindi…

A cura di Nicola Luccarelli

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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