Era considerato uno degli uomini più ricchi del mondo, anche perché aveva fatto fortuna in uno dei settori che difficilmente vengono intaccati dalla crisi economica: il commercio di armi. Era anche lo zio di Dodi Al Fayed, deceduto vent’anni fa nell’incidente parigino assieme a Lady Diana.

Dopo una lunga degenza, Adnan Khashoggi (83 anni) si è spento al St. Thomas’ Hospital di Londra: il mondo saluta così il miliardario saudita che tra gli anni ’70 e ’80 si era costruito una fortuna da capogiro facendo il mediatore tra i governi occidentali e mediorientali nel commercio delle armi.

La sua vita proseguì fra gli aggi e il lusso più sfrenato – celeberrime le feste a bordo dei suoi yacht – fino a quando si scontrò con il presidente Ronald Reagan e finì in carcere negli Usa per ricettazione di opere d’arte per aver acquistato dall’allora presidente delle Filippine, Ferdinand Marcos, alcuni quadri appartenenti al museo di Manila.

Venne assolto, ma la “pausa” alla quale venne costretto lo mise sul lastrico e dovette vendere quasi tutte le sue proprietà. Dopo qualche anno Kashoggi tornò in auge, ma intanto nel settore delle armi si era creata molta concorrenza.

Adnan Khashoggi si era laureato in Economia alla prestigiosa Stanford University e già da giovane aveva mostrato un’attitudine brillante per gli affari; grazie alle sue capacità unite ai giusti contatti, fra gli anni 70 e 80 fu considerato l’uomo più ricco del mondo con un patrimonio stimato in 40 miliardi di dollari.

Tra l’altro, nonostante vendesse armi, si fece promotore di molte iniziative umanitarie, soprattutto in favore dei bambini brutalizzati dalla guerra: anche se forse la cosa migliore sarebbe stata non vendere armi. Da alcuni anni Khashoggi aveva seri problemi cardiaci e l’anno scorso un ictus cerebrale lo aveva costretto sulla sedia a rotelle.

Lascia otto figli e due vedove, sposate con rito musulmano: l’italiana Laura Biancolini (convertita all’Islam col nome di Lamia, da cui ha avuto il figlio Ali) e l’iraniana Shahpari Zanganeh (che gli ha dato Khamal e Samiha). La prima moglie, l’inglese Sandra Daly (nota come Soraya, da cui ebbe Nabila, Mohamed, Omar, Khaled e Hussein) volle il divorzio quando, nel 1980, Adnan si innamorò di Lamia.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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