Si può morire per una otite? Sì, nel 2017 si può ancora morire per una semplice otite. E’ successo a un bambino di 7 anni di Cagli (Pesaro Urbino), e ancora nessuno può credere a quanto sia accaduto. Sgomento, profonda tristezza, assurda incredulità, non solo da parte dell’opinione pubblica, ma anche da quella privata! Qui non ci troviamo di fronte al solito caso di malasanità all’italiana, ma a una incredibile mancanza di attenzione e sottovalutazione del problema da parte dei genitori del piccolo Francesco, così si chiamava. Curare con la medicina omeopatica al posto degli antibiotici della medicina tradizionale è stata una decisione fatale. Sarebbe stato Massimiliano Mecozzi, medico omeopatico pesarese, che ha consigliato ai genitori di intraprendere questo ciclo di cure ‘alternative’. Il risultato? Una morte evitabilissima non si è potuta evitare e questo lascia esterrefatti. Quello che raccapriccia ancora di più è che il bimbo non prendeva più nessun tipo di antibiotico da quando aveva tre anni, pur soffrendo di questa patologia. La domanda sorge spontanea e inizia con un semplice perché? Per quale motivo perpetrare ostinatamente un certo tipo di cura, pur sapendo che non potrà avere lo stesso effetto di antibiotico, un medicinale che attacca il virus e lo distrugge? Tutti sanno che iniziare una cura antibiotica non è una passeggiata di salute e che qualche controindicazione può averla, ma a volte è necessaria per risolvere un problema che ci affligge o no? Io non sono un medico, non sono un virologo e tantomeno un omeopata di grande fama, ma arrivo a capire quando il troppo stroppia e in questo caso ha stroppiato alla grande. Il nonno di Francesco ha dichiarato che denuncerà il medico e credo sia il minimo. In questo caso, però, le colpe sono da distribuire equamente tra tutti i protagonisti in negativo di questa triste vicenda, perché non è stata una sola persona a dare il colpo di grazia a questa povera creatura. Prima di scegliere l’alternativa ‘ad hoc’, bisogna imparare a fidarsi di quello che abbiamo già a disposizione, soprattutto quando c’è in gioco la salute di un bambino, un figlio, un nipote. Non voglio dare lezioni a nessuno, ci mancherebbe altro, ma morire in questo modo è davvero assurdo e fa arrabbiare, pardon incazzare parecchio!

A cura di Nicola Luccarelli

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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