Nell’ultimo monitoraggio del Ministero della Salute sui dati dell’emergenza coronavirus in Italia sono spariti 1.390 decessi. A lanciare la denuncia è stato il Corriere della Sera. L’omissione è venuta alla luce confrontando le tabelle allegate al report settimanale del dicastero con quelle fornite dalla Protezione Civile.

Già da giorni si moltiplicano molte critiche e diverse polemiche riguardo la raccolta dei dati da parte delle Regioni, tenute a comunicare la tenuta delle strutture sanitarie, il numero dei tamponi effettuati, dei nuovi positivi sintomatici e asintomatici, dei posti in terapia intensiva.

Sulla base di questi parametri viene assegnata una valutazione di rischio, e questo dato servirà a prendere una decisione riguardo la riapertura dei confini regionali il 3 giugno e per l’eventuale istituzione di nuove zone rosse.

L’Istituto Superiore di Sanità ha spiegato al Corriere della Sera che “i morti riportati nel bollettino settimanale sono basati sul flusso sorveglianza integrata Covid-19 dell’Iss. Questo raccoglie per ciascuna persona diagnosticata con Covid-19 varie informazioni, tra cui la data di decesso. Tali informazioni individuali hanno un ritardo rispetto a quelle comunicate tempestivamente alla Protezione Civile”.

Per questo i dati del bollettino ministeriale del 22 maggio si “riferivano ai dati estratti giovedì 21 e ricevuti mercoledì. La differenza è quindi attesa ed in linea tra i due sistemi di raccolta dati”.

Tuttavia il Corriere della Sera sottolinea che nella tabella del monitoraggio dei decessi aggiornata al 21 maggio il numero dei morti è 31.096. In quella della Protezione Civile della stessa giornata se ne contano invece 32.486.

Si potrebbe trattare di un errore umano o di altri ritardi nella comunicazione dei dati. Ma, sottolinea il quotidiano lombardo, “le conseguenze potrebbero essere gravissime, visto che proprio su questo il Governo ha deciso di basare le sue prossime scelte”.

La Redazione giornalistica – Fotolia

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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