Tutti abbiamo delle origini. Delle origini che ci raccontano chi siamo e soprattutto da dove veniamo. Al di là di tutto quello che può accadere lungo il nostro cammino e quello dei nostri antenati, non dobbiamo mai dimenticare da dove siamo partiti e chi ci ha indicato la strada da seguire. La memoria storica di ogni famiglia che si rispetti è rappresentata dai nonni, depositari di una conoscenza che non si impara sui banchi di scuola. Ancestrali figure, quasi mitiche, ma dotati di un’unica verità che passa di padre in figlio. Conosciamo tutti le vicende che hanno portato l’Italia verso il baratro della seconda guerra mondiale. In quel periodo comandava un solo uomo: Benito Mussolini, il Duce. Ma questa figura politica così apprezzata da una parte e odiata dall’altra, era anche un uomo, un marito e un padre di famiglia. Marito di Rachele Guidi, donna forte e indipendente, un personaggio chiave nella vita di Mussolini. Questa donna di altri tempi non è stata fondamentale solo nella vita del Duce, ma anche in quella della figlia Anna Maria (scomparsa prematuramente nel 1968), e soprattutto della nipote Edda Negri Mussolini, figlia di Anna Maria. Attraverso il libro ‘Donna Rachele: mia nonna, la moglie di Benito Mussolini’, Edda, che è un’affermata scrittrice e politico italiano, con un passato da conduttrice televisiva, ha voluto raccontare la Donna Rachele privata, semplicemente sua nonna che l’ha cresciuta e amata.

Edda, chi era sua nonna Rachele?
‘Era una donna straordinaria pur nella sua semplicità. Modernissima e ribelle, se pensiamo che nacque alla fine del ‘900. Andò a convivere ancora minorenne, non scordiamoci che all’epoca si diventava maggiorenni a ventuno anni, rimase incinta di Edda e non la potè riconoscere, perché altrimenti rischiava la galera. Col suo uomo, mio nonno e sua figlia si trasferì a Milano, grande città rispetto alla piccola e decentrata Predappio. Aveva un carattere forte e deciso, per nulla sottomessa al marito, il Duce: Benito Mussolini. Coerente coi suoi principi che trasmise ai suoi figli, alla sua famiglia. Figlia di contadini, disse ai suoi genitori che voleva studiare, immaginatevi lo stupore. Si faceva dieci chilometri a piedi per farlo: la mattina la scuola, il pomeriggio c’era da pascolare. Amava la sua terra, la sua Romagna. La sua fu sicuramente una vita non facile. Molte sono le tragedie che l’ hanno colpita e, nonostante questo, ha sempre avuto una parola e un pensiero buono per tutti. La sua casa era sempre aperta. Cercava sempre di parlare con obiettività. Ho scritto un libro per parlare di lei perché non si può spiegare in due righe chi era Rachele Guidi.’

Chi era invece Benito Mussolini?
‘E’ stato il padre di mia madre Anna Maria. Poi un uomo che ho incominciato a conoscere attraverso i racconti famigliari, in particolare quelli di mia nonna e soprattutto attraverso le ricerche che ho fatto per scrivere il libro. Come dicevo è stato mio nonno prima di essere stato il Duce. Un papà che scriveva ai figli, correggeva i compiti e chiedeva che fossero trattati alla stessa maniera degli altri, li sgridava, giocava con loro. Si preoccupava per loro. Amava sua moglie, anche se a qualcuno questo può sembrare strano visto le sue amanti. Ma se sentivate parlare la nonna nei suoi occhi c’era il loro amore. Quando mia madre si era ammalata, pensava di lasciare il suo ruolo al Governo. Leggeva libri in varie lingue, e aveva scritto anche delle tragedie. Poi c’era il Mussolini Capo del Governo, uomo di Stato, ma quella è Storia.’

Cosa vuol dire essere una discendente di una famiglia così famosa eppure così controversa?
‘Vuol dire farsi carico di un pezzo di Storia in cui è stata immersa la mia famiglia e comprendere i fatti che ne sono seguiti.’

Mi parli un po’ del suo libro…
‘Il libro che ho scritto ė un omaggio soprattutto alla nonna Rachele. Ho vissuto per una buona parte della mia vita con lei dopo la morte di mia madre, avvenuta il 25 aprile del 1968, all’ età di trentanove anni. In quegli anni la nonna mi raccontava la sua vita e la vita della famiglia Mussolini. Ho sempre preso appunti e da questi appunti e ricordi è venuto fuori ‘Donna Rachele: mia nonna, la moglie di Benito Mussolini’, un libro che non è però solo un libro di ricordi ma anche di ricerca storica, poiché con la coautrice siamo andate negli Archivi Storici. Ho cercato di trovare documenti che comprovassero i ricordi della nonna e anche qualcosa di inedito, e di mettere dei puntini sulle ‘i’. Narro da quando la nonna ha conosciuto il nonno sui banchi di scuola fino alla sua morte. Delle amanti, della tragedia della restituzione del corpo del nonno dopo dodici anni dal suo assassinio, del loro amore. Non vuole essere un libro politico né storico, ma un libro visto da una prospettiva differente. Direi che è un omaggio alla famiglia a cui appartengo, ma soprattutto a mia nonna, alla donna che le nuove generazioni non conoscono. Tutti parlano della Petacci ma pochi parlano di Rachele Guidi.’

Lei è una scrittrice, ma ha fatto anche politica. La politica ha sempre fatto parte della sua vita? Era inevitabile che venisse contagiata anche lei? E la scrittura invece?
‘La politica non ha fatto sempre parte della mia vita anzi, forse solo ultimamente ne sono stata ‘contagiata’. Diciamo che ho incominciato a fare politica attivamente un po’ prima di diventare Sindaco a Gemmano, come data potrei dire 2007. Prima lavoravo in televisione, quindi un qualcosa proprio al di fuori dalla politica. Ho scritto perché volevo testimoniare i sentimenti che mi sono stati affidati da mia nonna e farli conoscere alle persone che leggeranno questo libro.’

Secondo lei, esiste una ricetta per uscire da questa crisi senza precedenti? Molti invocano un ritorno al pugno di ferro, perché non si riconoscono in questi governanti. Quale sarebbe la giusta strada da percorrere?
‘Penso che la ricetta sia il buon senso. I politici dovrebbero ritornare a fare i politici e non gli intrattenitori. Vivere di più in mezzo alla gente e alla realtà quotidiana, mettendosi a disposizione dei cittadini.’

Nonostante tutto quello che è accaduto attorno alla sua famiglia, lei è ancora fiera di portare il cognome Mussolini vicino a quello di Negri?
‘Mia madre era Anna Maria Mussolini. Si sposò nel 1960 con Nando Pucci Negri e quindi il mio cognome era Negri. Questo fino al 2012, cioè fino a quando, grazie ad un decreto prefettizio, non ho aggiunto il cognome Mussolini. Quindi il mio cognome è diventato Negri Mussolini. Facendo questo ho rispettato anche la volontà di mia madre che desiderava che le sue figlie portassero il suo cognome.’

A cura di Nicola Luccarelli

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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