Ritorna il Mein Kampf. Eh già, per la prima volta dal 1945 torna in libreria l’ unica opera (per fortuna, aggiungo io), di Adolf Hitler.

Una sorta di manifesto politico vaneggiante dell’ideologia nazionalsocialista pubblicato nel 1925. Anche se la Germania a quel tempo era una polveriera pronta ad esplodere, non riesco a capire come sia stato possibile, che gli editori di quel periodo, abbiano potuto pubblicare questo libro. Ma ritornando alla ripubblicazione del Mein Kampf (in italiano ‘La mia Battaglia’), secondo l’ Istituto di Storia Contemporanea di Monaco di Baviera questo libro ha una valenza pedagogica.

Ci mancherebbe, come tutte le opere letterarie anche il Mein Kampf ci ha insegnato qualcosa: ha odiare il nostro prossimo, ha ripudiare chi è diverso da noi per razza, cultura, orientamento sessuale e fede politica. Praticamente tutto il mondo. Infatti, secondo Hitler (uno che nella vita è sempre stato un emarginato), la razza pura era quella ariana. Un uomo alto, biondo e forte contro quelli piccoli, gracili e con i capelli scuri ed ebrei: tra l’altro (guarda un po’, neanche a farlo apposta), questa è la descrizione del nostro dittatore dal baffetto quadrato. A parte gli studi che possono essere stati fatti e verranno fatti su questo racconto autobiografico, manifesto politico o come volete chiamarlo, rimane il fatto che Hitler ha rappresentato per molti anni il male assoluto, l’ anticristo, il diavolo in terra. Il Mein Kampf non è altro che una squallida eredità lasciata da questo altrettanto squallido personaggio che ha ucciso milioni di persone, arrivando a sterminare quasi un intero popolo: quello ebreo. E quindi, perché mai è stato pubblicato un libro che incita all’odio?

Un libro considerato da tutti come un’ accozzaglia di idee, scritte a casaccio e pure male? Tutto a questo mondo può avere una valenza scientifica, qualsiasi cosa viene studiata in maniera approfondita, per vedere se c’è del buon anche nel marcio più assoluto. Anche se la pubblicazione del testo in sè, senza apparato critico, rimane proibita sia in Germania che in Austria, l’ operazione pubblicitaria ormai è scattata. Far ritornare in auge un dittatore sanguinario, il più sanguinario di tutti i tempi, è secondo me sbagliato a monte. Il mondo ha avuto comandanti, colonnelli, militari che hanno messo letteralmente in ginocchio i propri paesi, ma nessuno paragonabile a quel piccolo uomo tedesco. Io non so cosa ci sia dopo la morte, quando ognuno di noi chiuderà gli occhi per sempre, scoprirà, finalmente, cosa ci sarà dall’ altra parte. Ma se esiste un paradiso o un inferno con le fiamme e tutto il resto, il nostro Fùrer per tutto il male che ha fatto, si sarà aggiudicato, sicuramente, un appartamento con vista fuoco eterno. A parte le miriadi di considerazioni sulla sua colpevolezza, stiamo vivendo un periodo davvero molto difficile, simile alla Germania del primo dopoguerra. Solo grazie all’incertezza e alla mancanza di valori e di speranza, uno come Hitler ha potuto prendere il potere e comandare per oltre 10 anni. Ripeto se la storia si ripetesse, saremmo davvero nei guai fino al collo. Io spero solo che le cose riescano ad aggiustarsi e che questo 2016 non porti altra morte ma vita e serenità. Un Hitler ci è bastato e avanzato o no?

A cura di Nicola Luccarelli

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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