Vi ricordate Tarcisio? Ma sì, quello che parlava sempre al telefono ed esordiva sempre con un ‘Ciao’ un po’ beffardo e ironico. Ancora niente? Beh, è impossibile non ricordarsi del personaggio portato in scena, a Zelig, dal comico Max Pisu (classe 1965), da Legnano. Chi se lo ho è perso, potrà gustarselo, dal vivo, venerdì 22 a Verucchio. Ma non tutti sanno, però, che Tarcisio, pardòn volevo dire Max Pisu, non si è limitato a calcare il palcoscenico di Zelig, ma ha continuato la sua carriera come attore di cinema, tv e soprattutto teatro. Cerchiamo di capirne di più su questo attore e come è nata la sua carriera.

Max, quando è scoppiata la passione per la comicità?
‘Ho inziato, da piccolo, ha fare spettacoli in oratorio e all’ inizio era solo un divertimento. La comicità è una cosa che nasce da dentro. Ricordo una pagina del mio diario delle elementari, dove la mestra aveva scritto che mi trovavo bene per la mia capacità di stare bene con gli altri e per il mio senso dell’ umorismo. Quindi questo fa capire perfettamente che l’ essere comico viene da dentro e poi logicamente lo devi vivere in un certo modo. Io ho fatto dei corsi di recitazione e ho debuttato in cabaret,nel 1991, con il mio maestro Gianni Caiafa che mi ha spinto a fare spettacoli.’

Tarcisio, invece, come è nato?
‘Ho attinto dall’ oratorio che era l’ ambiente che frequentavo. Questi personaggi hanno dei punti di riferimento imprescindibili che sono la parrocchia, il prete e la mamma e proprio in parrocchia, pensano di essere qualcuno, sicuri e responsabilizzati.’

Max, perchè secondo te il personaggio di Tarcisio ha avuto così tanto successo?
‘Il pubblico ride per quello che conosce e secondo me Tarcisio qualcuno lo è stato e altri l’ hanno conosciuto. Questo personaggio, lo si può incontrare in parrocchia come in discoteca. Mi è capitato spesso che la gente mi fermasse per strada dicendomi che anche loro avevano una persona che assomigliava a Tarcisio, perciò sono ancora più convinto che questo mio personaggio ha funzionato proprio per questo.’

Come sei arrivato a Zelig?
‘Io facevo già degli spettacoli al locale storico di Zelig, prima ancora che si trasformasse nel fenomeno televisivo che poi è diventato. Ai tempi, chi era impegnato nel cabaret passava da quel locale e chi faceva le serate, in maniera automatica, ha avuto modo di andare in televisione.’

Come ci si sente ad esibirsi davanti a un pubblico?
‘Si capisce, immediatamente, se una battuta fa ridere oppure no. Ho avuto modo di fare tanta gavetta e sono riuscito a capire le cose che potevano funzionare e quelle che invece non era il caso proporre. Sì arriva a creare un repertorio, insomma, da usare per il cabaret, per il teatro e per altri tipi di spettacoli.’

Non solo cabaret, ma anche cinema, fiction e teatro. C’è qualcosa che preferisci fare?
‘Sono tutti aspetti che riguardano il mio lavoro e mi piacerebbe farle tutte. Fare cose diverse, sempre all’ interno della recitazione, è uno stimolo positivo per chi, come me, ha intrapreso questa carriera. Se devo dire una cosa che mi ha dato particolarmente soddisfazione, è vivere il set di un film, la recitazione cinematografica mi piace molto, ha il suo perchè.’

Stai lavorando ad qualche altro progetto, oltre a quello che porterai in scena a breve?
‘Stiamo portando in giro una commedia teatrale molto divertente che si chiama il Rompiballe di Veber che è lo stesso autore della Cena dei cretini, insieme a Claudio Batta, Giorgio Verduci, Roberta Petrozzi, Stefania Pepe e Claudio Moneta, con la regia di Claudio Rampoldi.’

Max, il tuo rapporto con la riviera adriatica e con Rimini?
‘A proposito di Rimini,dovrei tornarci a ritirare un premio che mi è stato assegnato per la comicità il 7 agosto e sono molto contento per questo. Comunque, in Romagna c’è sempre voglia di divertirsi e di ridere e quindi per chi fa questo lavoro è un po’ come essere a casa. ‘

A cura di Nicola Luccarelli

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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