Semilibertà sospesa per Doina Matei che nel 2007 uccise Vanessa Russo, colpendola con la punta dell’ombrello in un occhio, dopo una lite in una stazione della metropolitana di Roma. Il magistrato di sorveglianza della donna ha preso tale decisione dopo la polemica scatenata sul web dalle foto pubblicate sulla pagina Facebook della Matei, in cui appare sorridente e in costume al Lido di Venezia. La donna di giorno lavorava in una cooperativa a Venezia e la sera tornava in carcere.

Tutto avvenne il 26 aprile 2007, quando la Matei incrociò nel tunnel della stazione Termini della metro Vanessa Russo. Nella calca sentì una spinta e in risposta brandì l’ombrello contro la ragazza romana, colpendola a un occhio e scappando via. A causa della ferita riportata, Vanessa entrò in coma per la rottura di un’arteria cerebrale e morì dopo un giorno. Matei, allora 21 anni, viveva di espedienti e piccoli furti e tentò la fuga insieme ad un’amica, ma fu arrestata qualche giorno dopo a Tolentino, in provincia di Macerata.

Grazie anche alle immagini delle telecamere di sorveglianza fu condannata a 16 anni di carcere. Poi, dopo nove anni di carcere, la semilibertà, e quelle foto online che hanno scatenato un putiferio. Al processo la Matei si è sempre difesa spiegando che non era sua intenzione uccidere. La sospensione della semilibertà sarà discussa davanti al tribunale di Venezia. “Dimostreremo che fra i divieti non c’era quello specifico dell’uso del social network”, ha detto l’avvocato della donna, aggiungendo: “Il caso di Doina è un esempio in cui il sistema carcerario ha funzionato bene. Quando il fatto avvenne la mia assistita aveva appena compiuto 18 anni ed aveva un vissuto difficile alle spalle con due figli. Ha scontato la sua pena e ora ha il diritto di reinserirsi nella società”.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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