Marino

Alla fine Marino si è dimesso. Dopo settimane di pressione da parte del suo stesso partito (per chi non lo sapesse il PD), ma anche da gran parte dei Romani, il chirurgo Ignazio Marino non è riuscito a suturare un taglio diventato, ormai, troppo profondo tra lui e Roma. Forse l’ amore tra lui e gli abitanti della città eterna non è mai sbocciato veramente e così hanno perso tutti quanti, in maniera diversa forse, ma ognuno ha perso qualcosa.

Marino ha perso l’ occasione di poter guidare la Capitale verso il cambiamento da lui auspicato in campagna elettorale ben due anni fa, mentre i romani si ritrovano senza sindaco, proprio a ridosso del Giubileo fissato per dicembre di quest’ anno. Diciamo le cose come stanno, Marino non ha mai dimostrato veramente di poter tenere in piedi la baracca e se si è arrivati a questo punto, è colpa della sua prolungata inettitudine. Sicuramente, ci saranno anche stati dei personaggi che si sono messi di traverso all’ interno del consiglio comunale capitolino, ma questo non giustifica quello che non si è fatto.

A Roma dal 2013 non è stato fatto praticamente nulla. Ora non voglio dire che sia tutta colpa di questo sindaco in particolare, ma quando si viene eletti dal popolo e dopo un certo periodo si ha il sentore di aver deluso i cittadini, non avendo mantenuto nemmeno una delle proprie promesse, ci si deve dimettere, punto e basta. E’ inutile fare dietrologie che non hanno senso. A volte per aver stima e rispetto da parte della gente, bisogna sapersi fermare e dire una volta per tutte di aver commesso un errore e non come ha fatto il signor Ignazio, annunciando via etere le proprie dimissioni, per poi specificare di avere ancora 20 giorni per ripensarci. Questo non si fa e, in un certo senso, può essere giudicata anche come una bella caduta di stile.

Per continuare in questa farsa senza precedenti, l’ ex sindaco ha anche voluto togliersi qualche sassolino dalle scarpe dicendo di voler fare i nomi di tutti i corrotti e mezze tacche all’ interno della giunta comunale e non solo. Non contento delle sue affermazioni, ha ribadito di essere stato fatto fuori e che contro di lui è stata portata avanti per ben due anni, una campagna denigratoria. Ma sono state troppe le cose andate sorte sotto il suo governo, a cominciare dalle pericolose frequentazioni in campagna elettorale con Buzzi e le cooperative rosse, Mafia Capitale, qualche viaggetto di troppo (e troppo inopportuno a volte), fino ad arrivare alle cene pagate con la carta di credito del comune. La politica è anche questo, un mondo sporco, in cui è il compromesso a farla da padrone: io faccio un favore a te, ma tu devi farne uno a me e così via. Un posto dove le persone oneste si contano sulle dita di una mano e di corrotti, invece, ce ne sono milioni.

Marino è stato ingenuo, perché troppo onesto per questo incarico? Marino ha sottovalutato troppo questo impegno? Non lo so e non posso dire quali siano le risposte giuste per entrambe le domane. Ma per un attimo, solo per un attimo, mi vorrei mettere nei panni dei romani e pensare che, per l’ ennesima volta, sono rimasti soli ad affrontare i problemi di tutti i giorni. Mentre tra le quattro mura si pensava a come far cadere o non far cadere il sindaco, fuori le persone continuavano a lottare con il degrado delle strade, dei servizi e della delinquenza dilagante.

Roma, che dovrebbe essere il fiore all’ occhiello della nostra Italia, continua a essere sì un fiore all’ occhiello, ma di vergogna senza precedenti. Ancora una volta siamo al primo posto per incompetenza, corruzione e lassismo. Chi sarà il prossimo sindaco di Roma? Guardate, mi andrebbe bene anche il signor Pinco Pallino, purché non prometta la luna e le stelle, ma strade percorribili, servizi decenti e sicurezza per i suoi abitanti. Questo mi basterebbe e, credetemi, di questi tempi non è poco.

A cura di Nicola Luccarelli

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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