L’arcivescovo di Napoli Sepe è stato colto da malore sull’altare durante la cerimonia del santo Patrono di Napoli, San Gennaro. Probabilmente a causa del gran caldo, il cardinale è apparso bianco in volto; i preti che erano vicine a lui lo hanno invitato a lasciare l’altare, ma Sepe ha declinato l’invito.

Un malore non ha fermato il cardinale Crescenzio Sepe né, dunque, la cerimonia del santo Patrono di Napoli, San Gennaro: il miracolo è avvenuto di nuovo. Nonostante l’invito ad abbandonare l’altare Sepe è voluto restare fino alla fine. Una nota diffusa dalla Curia fornisce ulteriori dettagli: “Il cardinale era già molto raffreddato e a causa del grande caldo nella cattedrale ha iniziato a sudare molto; i paramenti liturgici erano bagnati. Successivamente, il presule ha raggiunto il salone arcivescovile della Curia per un saluto agli invitati”.

Alle 10.08 l’arcivescovo di Napoli, il cardinale Sepe, ha annunciato lo scioglimento del Sangue del Patrono della città, San Gennaro.
La reliquia era già allo stato liquido al momento del prelievo dalla cassaforte. “È in questo giorno della Sua festa, che è di tutta Napoli – ha detto l’arcivescovo -, che San Gennaro ci invita a guardare alla città con uno sguardo più profondo. Guardare oggi alla città dal verso giusto significa porla al centro del nostro interesse, della nostra cura, in una parola del nostro amore”. ”

Il nostro sguardo deve andare oltre la cronaca che appare una continua condanna per Napoli, con le cifre agghiaccianti prodotte da una violenza che coinvolge non pochi giovani e giovanissimi e in alcuni casi – come una terribile bestemmia davanti a Dio – addirittura i bambini”. “Non si vuole certo chiudere gli occhi – ha aggiunto – davanti a questo sfregio di vite umane: quelle che cadono vittime, ma anche le altre, quelle dei carnefici che nondimeno bruciano le loro vite al fuoco della violenza, perché è la loro umanità ad andare in cenere e a diventare polvere. La violenza purtroppo cerca continuamente di avvelenare anche i pozzi delle acque pulite di cui la città è sempre e ancora ricca”.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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