Un caso di stato, una rivolta, un incidente diplomatico… E tutto a causa dell’ananas.

No, non è follia, è quello che è successo quando uno studente ha chiesto innocentemente al presidente dell’Islanda cosa ne pensasse dell’ananas sulla pizza, durante un incontro con gli alunni di un liceo. Il politico, Guoni Johannesson, ha risposto che se ne avesse avuto il potere avrebbe “vietato l’ananas sulla pizza per legge”. Apriti cielo. Da qui è partito un vespaio sul web che in Italia non viene suscitato nemmeno dall’aumento esorbitante dell’Iva.

Il povero Guoni Johannesson si è perfino visto costretto a “chiarire la sua posizione”, pubblicando una nota su Facebook, in inglese e islandese, per spiegare che l’ananas gli piace “ma non sulla pizza”.

I ragazzi della scuola avevano posto al presidente diverse domande relative all’attualità e l’uomo aveva anche confessato che la sua squadra del cuore è il Manchester United, poi lo “scivolone” sull’ananas. Come ha osato? Nel giro di due ore su Twitter era già nato l’hashtag #pineappleonpizza, diventando in breve tempo uno dei più popolari, con la rete divisa letteralmente a metà fra chi ama la pizza con il frutto esotico e che invece non la può vedere.

Ora, viene spontaneo chiedersi: come mai sulle cavolate siamo sempre così pronti a spenderci e a difendere la nostra posizione, mentre sulle questioni serie facciamo orecchie da mercante?

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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