Qual è oggi il peccato più grande? “Distruggere la gioia di amare”: così rispondeva Madre Teresa di Calcutta ad una domanda postale da Enzo Biagi nel corso di un’intervista.

Le parole della suora degli ultimi risuonano ancora con una forza dirompente, nonostante siano passati ormai vent’anni dalla sua morte, avvenuta il 5 settembre 1997 nella sua Calcutta.

Una donna che ha mostrato attraverso la sua vita che la santità risiede nei gesti di ogni giorno, nel coraggio di affrontare la vita senza lasciare indietro gli ultimi. Un esempio mirabile riconosciuto anche dalla Chiesa, che esattamente una anno fa canonizzò la piccola “matita di Dio”, a piazza san Pietro, in linea con i desideri di Papa Francesco in conclusione al Giubileo della Misericordia. Nel giorno in cui la Chiesa celebra Santa Teresa di Calcutta, sono molte le messe e le celebrazioni in tutto il mondo.

Agnes Gonxha Bojaxhiu nacque a Skopje il 26 agosto 1910, da una famiglia albanese originaria del Kosovo; appena compiuti i diciotto anni decise di farsi suora ed entrò nell’ordine delle Suore di Loreto. Dopo un periodo in Irlanda partì per l’India dove la congregazione aveva una missione. Ma il desiderio di aiutare gli altri e di essere vicina alle sofferenze delle persone la spinse a scegliere una vita in mezzo ai poveri, fuori dalle mura del monastero.

Ad oggi, la congregazione delle suore Missionarie della Carità conta circa 6mila suore nel mondo, presenti in 130 paesi. In Italia ci sono 18 case dove vivono e operano 129 suore.
Queste donne accolgono lebbrosi, malati di Aids, ragazze madri e anziani, fino alle famiglie disagiate e ai carcerati. Nessuno resta escluso.

“Non è quante cose facciamo, ma con quanto amore le facciamo – diceva Madre Teresa a Enzo Biagi -. Per questo dobbiamo pregare, perché il frutto delle preghiere è sempre l’amore, il frutto dell’amore è la gioia, il frutto dell’amore è la pace”.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Ansa

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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