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Sono passati 23 anni da quando Debra Milke venne accusata dell’omicidio del figlio Christopher di appena 4 anni. 23 anni passati nel braccio della morte in Arizona, fino alla sentenza definitiva della Corte di Appello arrivata la scorsa settimana: Debra era innocente, ora è una donna libera.

La donna venne condannata sulla base delle dichiarazioni di un agente di polizia, Armando Saldate, che affermò che la giovane madre avesse confessato l’omicidio, compiuto perché non voleva tenere il figlio con sé ma nemmeno lasciarlo con il padre e voleva anche incassare l’assicurazione sulla vita di 5 mila dollari che aveva stipulato per il figlio. La giuria si basò solo sulle parole di Saldate, senza che ci fossero ulteriori prove. Il poliziotto aveva già mentito ai giudici in quattro processi ed era stato più volte accusato di corruzione.

Il piccolo Christopher era stato ucciso dal coinquilino della madre, James Styers e da un amico, Roger Scott, con un colpo alla testa: i due si trovano ancora nel braccio della morte e la Milke era stata arrestata come mandante dell’omicidio.

Dopo aver perso 23 anni della sua vita, Debra farà causa alla polizia di Phoenix: commossa e finalmente senza fermo alla caviglia, farà causa davanti alla Corte Federale alla polizia di Phoenix inclusi i detective, l’intero dipartimento e la procura per numerose violazioni di diritti civili e per processo ingiusto.

A cura di Silvia Pari

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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