C’era una volta l’inverno, quello freddo e piovigginoso. Ora, invece, sembra proprio che la primavera abbia deciso di prendere il suo posto e le conseguenze sono tra le peggiori.

Per prima cosa è scattato l’allarme siccitĂ ; il mese di dicembre ha registrato circa il 91% di precipitazioni in meno rispetto alla media, mentre a gennaio in Italia sono caduti praticamente gli stessi millimetri di pioggia di agosto con pesanti ripercussioni sullo smog cittadino, che non accenna a diminuire.

Le campagne sono ora costrette ad affrontare una storica siccità, dove la natura è a dir poco sconvolta da un inverno che, nonostante tutto, non ne vuole proprio sapere di arrivare. Ad aggravare la situazione è il fardello di un autunno particolarmente avaro di piogge. Moltissimi fiumi sono in secca e il Po risulta localmente 4 metri sotto il normale livello idrometrico.

Le circostante potrebbero peggiorare ulteriormente in primavera, quando si dovrĂ  ricorrere all’uso massiccio dell’irrigazione dei campi, ma l’acqua potrebbe scarseggiare. Le Alpi sono senza neve, un elemento chiave per garantire l’approvvigionamento idrico nel corso dell’anno, dal momento che l’acqua viene trattenuta da ghiaccio e neve e poi rilasciata costantemente nel corso dei mesi primaverili ed estivi.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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