Dopo aver lasciato sei punti al Liverpool, il Torino ne lascia altrettanti al PSG ….
Come dite? Non sono Liverpool e PSG ad aver sconfitto il Torino sia all’andata che al ritorno, ma Lecce e Sampdoria? Scusate, che differenza fa, visto che al confronto con i granata, salentini e doriani sono sembrati davvero i Reds ed i bleu di Francia, passando sulle macerie di una formazione sgangherata e senza grinta?
Perdere cinque partite di fila, incassando venti reti, può essere il viatico di una squadra che solo qualche mese prima aveva una difesa ermetica ed era stata capace di mettere insieme trentanove punti in diciotto partite? E attenzione, perché i “protagonisti” sono gli stessi, al netto di quel pippone di Verdi, che ieri ha azzeccato una sola cosa, il tiro in porta dell’uno a zero, bastato a fargli prendere qualche sei in pagella, tanto è sufficiente una rete nel nulla di un’intera prestazione per farti fare bella figura!

Chiamato Longo, inserito nei ranghi tecnici Tonino Asta, si pensava bastasse questo per instillare un po’ di granata in mezzo al campo, magari anche nello spogliatoio; il colpevole della pochezza era Mazzarri e quindi la rescissione aveva portato entusiasmo tra quei fans per cui ancora ci vorrebbe la cessione della Società da parte di Cairo per sistemare a dovere le loro “voglie”, magari con il Mister x di qualche anno fa, i signori Tesoro o il finanziere d’assalto Proto a diventare i padroni di un Toro che farebbe felici i leoni da tastiera chissà per quanto tempo, e sparirebbe in molto meno.
Tanto l’importante è che il Filadelfia resti aperto e pieno di quei Cuori Toro che di carriera nel mondo del calcio, una volta appesi al chiodo gli scarpini, ne hanno fatta zero, ma sono sempre pronti a sparare melma contro chiunque; perché quello che conta è soddisfare quei tifosi che non vanno più in là del loro naso e portassero a casa un milionesimo di quanto fatto nella sua vita da Cairo, potrebbero leccarsi le dita di mani e piedi, invece di insultare e sfogare le loro frustrazioni nascondendosi dietro un nickname.

Ma torniamo al campo, quello che conta e lì sono davvero dolori, visto che i numeri risultano impietosi e la dicono lunga sul Torino odierno; due soli tiri a rete in oltre novanta minuti, il primo di Berenguer, di testa, nel primo tempo, il secondo di Verdi, su assist dello stesso Berenguer, a dare l’effimero vantaggio granata, durato davvero pochissimo, visto che ci ha pensato l’ennesima dormita di Aina ad innescare l’azione che ha portato alla punizione del pareggio, seguita da una bella dormita generale per la doppietta di Ramirez e la fine dei giochi.

Al colpo triplo ci ha pensato Quagliarella, con un rigore che ha significato l’ottantaduesima reti in blucerchiato nel corso di tre anni e mezzo, quelli che sono passati da quando il bomber campano è stato “costretto” a lasciare la maglia granata per trasferirsi in Liguria, perché Fabio era, secondo una frangia di espertissimi conoscitori del calcio, non degno di vestire il granata ed era meglio lasciasse il posto a quel grande professionista di Maxi Lopez, perchè ottanta gol fanno schifo e cosa vuoi che siano visto invece quanto sarebbero serviti al Toro, ma c’è poco da fare, andare contro i mulini a vento è cosa già vista e che soprattutto non è servita a niente.
Toro dunque scornato nonostante Longo, che in quattro giorni non è riuscito a metterci mano o, a dirla come un signore che ho incrociato mentre andavo allo stadio, a far cambiare la mentalità, magari perché la farmacia granata è sprovvista delle iniezioni di “Mentalin”, quelle che (una al mattino ed una alla sera) ti fanno diventare un vincente senza paura, che ti cambiano testa e gambe!

Purtroppo Moreno, per bravo che sia (e lo è davvero) può fare poco se chi va in campo si perde in un bicchiere d’acqua, fa errori da oratorio, magari si dimentica di dare un occhio mentre aspetta (fermo) che il pallone gli arrivi sui piedi; alla Sampdoria di quel grande signore che è mister Ranieri (uno dato per bollito da molti soloni del nostro giornalismo pallonaro, già qualche anno fa) è bastato aspettare, messa bene in campo tatticamente e con un tasso tecnico che sta al Toro come l’Himalaya al Monte Bianco.

Una volta in vantaggio la partita del Torino è finita e sono iniziate le brutture ormai consuete nelle ultime settimane, con il fiato che serve più per protestare contro l’arbitro che per correre e quella mancanza di grinta che potrebbe comunque farti salvare almeno la faccia anche quando perdi; si sono ripetute le sbandate difensive che neppure San Sirigu riesce più a limitare con le sue paratone e la linea di metà campo è diventata come le Porte d’Ercole, il limite invalicabile che si è incapaci di superare!

Chissà se con il tempo Longo, Asta ed il loro staff riusciranno a cavare il classico ragno dal buco, certo l’impresa sembra oggi impossibile, anche scorrendo l’elenco delle prossime giornate, dei prossimi avversari, dato che oggi qualunque avversario è “terribile” per questo Toro senz’anima, scornato e senza …. palle!

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Lapresse

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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