Prendere cinque gol non piace sicuramente a nessuno, in casa poi, davanti al proprio pubblico, diventa persino umiliante e gli applausi, timidi, ma applausi, che hanno accompagnato l’uscita dei giocatori del Torino dopo essere stati spianati dal Napoli, ha stupito i granata per primi, che di certo si attendevano ben altro dopo un crollo che seguiva la gagliarda prestazione nel derby allo Stadium.

Eppure, solo alla vigilia dell’incontro nella solita conferenza stampa, l’allenatore granata aveva parlato chiaro: all’andata il Napoli aveva preso a pallonate il Torino (5-3 il risultato finale), andando in rete tre volte nei primi venti minuti e subendo il ritorno più per distrazioni e calo di concentrazione propri, che per l’effettiva rincorsa granata.
Anche il Napoli però ha punti deboli, altrimenti sarebbe primo in classifica, ed a volte tende a farsi raggiungere dopo aver divorato caterve di gol; su questo puntava il tecnico torinista, così come il ricordo dell’andata doveva servire da “stimolo”, senza dimenticare quanto visto nella stracittadina, pareggiata giocando più di mezz’ora in dieci contro undici e per una rete subita solamente nel recupero.
Il problema è che poi si va in campo e lì, chi ha visto la partita, avrebbe sicuramente preferito essere andato a farsi una bella gita, perché è solo un caso che non sia servito il pallottoliere per il punteggio finale, dati gli errori di mira messi in mostra dai partenopei nel primo tempo!
Indubbiamente il Napoli è nettamente più forte del Torino, e non lo dice solo la classifica, così come ben diverse erano le motivazioni delle squadre, ma ci sono tanti modi di perdere ed i granata hanno certamente imboccato quello peggiore.
Perché? Perché mancava il mister in panchina dopo la “pantomima” della settimana precedente e la conseguente squalifica? E cosa sarebbe cambiato nel caso non fosse stato Lombardo a vagare per l’area tecnica mettendosi le mani nei capelli che non ha?

Ma non sarà che il mister granata, giudicato “uomo da Toro” da una parte dei tifosi, non è poi così speciale? Grinta ed aggressività sono sue prerogative, ma riesce a trasmetterle ai suoi giocatori, o le sue urla ed il mettere in piazza problemi che molti altri gestiscono gelosamente nello spogliatoio, gli servono solo per tirare dalla sua parte i tifosi?
Di sicuro Sinisa è arrivato a Torino nel miglior modo possibile, pronunciando cioè le tre “parole magiche” del dogma granata: Grande Torino, Superga, Filadelfia, e tanto è bastato per concedergli illimitata aura di grandezza e credito, quelli che il campo ha invece fatto vedere solo a tratti.
L’uomo vincente cosa ha vinto nella sua carriera di allenatore prima di arrivare al Toro, visto che in molti per insultarti sui social ti danno del perdente? Come se poi ci fossero così tanti trofei da vincere!!! Assunto dal Bologna, dopo essere stato il secondo di Mancini (!!!) all’Inter, il 3 novembre 2008 in luogo di Arrigoni, Mihajlovic è stato esonerato il successivo 14 aprile dopo un 1-4 casalingo contro il Siena, ultima di quattro sconfitte consecutive.
L’8 dicembre 2009 sostituisce al Catania Atzori; gli etnei disputano una buona stagione, terminando al tredicesimo posto con l’allora record di 45 punti, prima di rendere la strada di Firenze; giusto per conoscenza, il Catania termina sempre tredicesimo a quota 46 l’anno successivo quando si alternano in panchina Giampaolo e Simeone, poi Montella arriva undicesimo a 48 e Maran addirittura ottavo con 56 punti!

A Firenze arriva un nono posto (51 punti) e la conferma che però non dura molto, dato che il 7 novembre (sconfitta esterna con il Chievo, 0-1) Sinisa viene esonerato ed il suo posto è preso da Delio Rossi. Il 21 maggio 2012, la Serbia non si qualifica per la fase finale dell’Europeo 2012 e Mihajlovic viene chiamato a sedere sulla panchina della Nazionale del proprio paese; il contratto è quadriennale, ma dopo la mancata qualificazione al Mondiale (terzo nel girone dietro a Spagna e Croazia, con 7 vittorie, 8 sconfitte e 4 pareggi), il 20 novembre 2013 l’avventura finisce ma solo perché lo ha chiamato la Sampdoria con cui chiude la stagione al dodicesimo posto, con 45 punti.
Ovviamente arriva la conferma da parte del club blucerchiato e la squadra parte alla grande in Campionato, tanto da essere definita la grande sorpresa di stagione; nell’andata i doriani perdono solo contro Inter e Lazio in trasferta, mentre calano abbastanza vistosamente nel ritorno, dove non riescono più a dare continuità a gioco e risultati, subendo proprio a Torino, un 1-5 contro i granata che impartiscono ai ciclisti una lezione di gioco e tecnica senza scusanti.
La stagione finisce con un settimo posto e 56 punti che però, grazie ai problemi economici del Genoa, giunto sesto, aprono alla Samp le porte dell’UEFA, che Mihajlovic non si gode visto che firma per il Milan, mangia allenatori che, come la Samp in precedenza, parte bene, conquista la finale di Coppa Italia ma è fuori dalla zona UEFA ben prima del termine della stagione, tanto da far prendere alla dirigenza rossonera la decisione (12 aprile 2016) di esonerare Mihajlovic in luogo di Brocchi.
Il resto è storia attuale, con il Torino che va su e giù nel rendimento e nei risultati, rispettando comunque i programmi di rincorrere l’Europa nel 2018, ma dove non tutto fila propriamente liscio, visto che ad un attacco certamente prolificissimo, fa da contraltare una delle peggiori difese del campionato.
Poi c’è il Napoli e qualche domanda: perché si è giocato con il centrocampo a tre sino alla trentaduesima, ovvero anche contro tutte le formazioni “scarse” del torneo e si deve giocare con due in mezzo, che interdittori non sono, contro i partenopei? E perché si vuole a tutti i costi il connazionale Ljajic, già allenato a Firenze, e ci vogliono trentadue giornate per decidere di spostarlo dall’esterno a trequartista?

Questo giusto per spulciare un po’ il curriculum dell’allenatore vincente che a Torino amano in tanti; io, per mia fortuna, continuo a non avere idoli da “secoli” e men che mai ho problemi su chi è l’allenatore del Toro, ma allo stadio non sento più le urla di chi, qualche mese fa, si divertiva come mai con il prode Sinisa, sarà solo un caso?

A cura di Maurizio Vigliani – Foto: Photo Team Click

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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