Vi ricordate Valeria Rossi? No…? E invece il brano “Tre parole”: sole, cuore e amore? Beh, è stato un successo dell’estate 2001, un vero tormentone che ha fatto ballare grandi e piccini. A cantarlo era proprio Valeria Rossi (classe 1969), nata a Tripoli in Libia, ma cresciuta a Roma. Proviamo a chiedere, oggi, proprio all’autrice di questo successo internazionale, come nasce un tormentone.

Valeria, bastano veramente tre parole nella vita per spiegare quello che si prova dentro?
‘L’incapacità di dialogare con il proprio mondo interiore è la causa di tutti i mali, ciò che crea la mancanza di orientamento e la difficoltà che le persone hanno nel prendere decisioni di buon senso per sé e chi gli sta intorno, nelle mie canzoni e nei miei scritti in genere ne parlo in continuazione. Anche in Tre Parole, sebbene in maniera figurata, ne parlo nel mio libro ‘Tre parole dopo. Riflessioni intorno al successo’ e ne parlo anche nei corsi di crescita artistica che tengo in vari posti, che questo è l’argomento che mi sta più a cuore perché lo considero la base di tutto.’

Si aspettava un così grande successo, quando ha iniziato a cantare?
‘Sapevo che avevamo creato qualcosa di buono e naturalmente la speranza è sempre quella di avere una platea di ascoltatori il più grande possibile, ma non potevo sapere che avrebbe fatto tanta strada, ottenendo così tanti riconoscimenti anche all’estero: dall’America Latina all’Europa e che una mia canzone sarebbe entrata così in profondità nel cuore di tanti.’

Poi, dopo questa canzone cosa è successo?
‘La mia attività di compositrice non si è mai fermata, scrivendo anche con Tiziano Ferro e per Sanremo. Ho molte richieste anche da altri interpreti, è un momento storico in cui in risposta alla crisi fioriscono le collaborazioni artistiche, si riscopre il ‘fare squadra’ per aumentare le probabilità di ottenere dei risultati.’

Adesso è più matura, è una donna. Avrebbe gestito diversamente quel successo se fosse arrivato ora anziché 16 anni fa?
‘Sicuramente l’avrei gestito diversamente, in quanto ora, come dice lei, sono una persona con il famoso ‘senno di poi’, e forse non lo avrei nemmeno ottenuto. L’esperienza, comunque, serve a questo, ossia ad affinare le proprie capacità soprattutto di ricerca e selezione, e le priorità possono mutare, ma certo la mia è una storia che parte da lontano, senza mezzi, solo con una determinazione assoluta a fare la differenza con le proprie capacità, quindi ne sono molto orgogliosa.’

Continua ancora a cantare e si diverte a farlo?
‘Quando uno lavora costantemente su di sé e sulla propria formazione, studiando, leggendo e confrontandosi, il proprio ventaglio di capacità, invece di diminuire, si amplia; è una regola sempre valida, la discriminante sta nella consapevolezza di sé, quindi dei propri limiti e quindi delle proprie capacità. La ricerca sulla voce è sempre stata una passione per me, anche, perché nella mia vita ho sofferto la sua mancanza. Ero una persona emotivamente molto delicata e praticamente farmi dire una parola era impossibile. La scoperta delle implicazioni che l’emissione vocale può avere, grazie ad una certa tecnica, mi ha cambiato la vita, e ora mi piace aiutare le persone condividendo con loro ciò che ho imparato negli anni.’

Ha dei sogni nel cassetto che vorrebbe realizzare oppure si sente una donna realizzata?
‘Guardando indietro, la consapevolezza di aver fatto qualcosa di buono ti motiva a continuare a farlo, ti gratifica e ciò ti indica che stai facendo qualcosa in linea con la tua natura quindi continuerò a fare ciò che faccio, forse ora un obiettivo potrebbe essere portare la mia squadra, ovvero le persone che collaborano con me, a Sanremo.’

A cura di Nicola Luccarelli

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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