Non ne faccio il nome (già in tanti lo stanno pronunciando in varie trasmissioni) perché secondo me il “tale” non merita neppure di essere citato, ma un “tal” Preside (alla moderna: Dirigente Scolastico), quest’anno ha pensato bene di non festeggiare il Natale nella sua scuola, “per non creare subbugli”, dice lui, pensando ai ragazzi (più alle loro famiglie) che non si avvalgono dell’insegnamento della “Religione cattolica”.

Ma che subbugli dovrebbero venirne fuori? Se uno non interessato a tale “materia” di studio, si crea dei problemi, se ne sta a casa – non si avvale neppure del Natale! Semplice! Perché i ragazzini che vogliono festeggiare l’Evento devono esserne privati? E’ da sempre l’unico momento in cui tutti (volenti o semplicemente doverosi all’uso) ci si scambia, viva Dio (anche non fosse in nome Suo andrebbe comunque bene), almeno una volta l’anno, un saluto, un augurio, un abbraccio, perché no, un regalino, un ‘pensierino’.

Cosa c’è di male? Vogliamo eliminare anche la Befana perché oramai anziché calarsi dalle cappe dei camini si cala sui più moderni, sicuri, termosifoni? Poi, in ordine di calendario, anche la Pasqua, dato che eliminando la Nascita, non avrebbe senso la Resurrezione a seguire. Se io sono invitato, ospite, in una casa che non è la mia (fosse la mia d’altronde non sarei ospite ihihihihi) o accetto con piacere l’invito e mi attengo alle usanze che mi vengono offerte o non accetto l’invito. Più semplice di così?!

Perché mai dovrei presentarmi solo se alle pareti non c’è il crocefisso, a tavola non c’è tale carne, si mangia togliendosi le scarpe, ecc… ecc… ? Fare gli onori di casa e accettare ciò che ci viene offerto è regola del dimenticato “Galateo” (libro che un tempo indicava i modi del buon vivere comune). Così non fosse, si tratterebbe solo di arroganza, quando tutte, dico tutte, le religioni dovrebbero insegnare l’accettazione dell’altrui ospitalità. Io ho conosciuto tantissimi bimbi e posso assicurare che i loro comportamenti dipendono, soprattutto, dai loro genitori. E allora genitori, lasciamo che i nostri bimbi crescano con le idee che albergano nella loro testolina: condivisione, accettazione, gioia di vivere, desiderio di conoscenza, giocosità, appartenenza … Perché anziché strumentalizzarne l’essenza pura, il candore, non cominciamo noi a copiare da loro. I bambini di tutto il mondo, nascono tutti come fogli bianchi sui quali poi noi adulti scriviamo ciò che vogliamo (quando l’inchiostro è secco le correzioni sono difficili da fare, se non col rischio di bucare il foglio stesso). I bambini sono come creta molliccia che noi adulti modelliamo seconda le nostre personali educazioni (quando la creta è dura, solo distruggendone le forme si può cambiare ciò che rappresentava). Ma che senso hanno ‘bucare’ e ‘distruggere’ se tutto ciò si può evitare? Ai bambini non importa tanto il Natale, come nessun’altro evento calendarizzato… ai bambini piace il festoso stare assieme – ognuno col colore diverso della propria pelle – nella gioia di un semplice sorriso.

Certo, i bambini fanno i capricci tra loro, bisticciano … ma fanno sempre pace. Sempre, e senza rancori a rimorchio. Se togliamo loro i rari momenti di aggregazione festosa – già tempestati dai media di cattiverie e disgiunzioni orami sparse in tutto il Globo – che Mondo pensiamo di poter ottenere in futuro? Signor Dirigente Scolastico, non scordi che Gesù non è nato in un albergo a ’cinque stelle’ (Il buon Grillo parlante non c’entra nulla), bensì in un alloggio a una ‘stalla’… dove il riscaldamento non era a termoventilatore, ma a narice di bue e asino… il materasso non di molle anatomiche, ma di paglia… che a vegliarlo e rendergli omaggio non c’erano i rappresentanti del G8 o quelli di Bruxelles, ma semplici pastori. In poche parole, Gesù è venuto al mondo per suggerire, assieme a suo padre Falegname e sua madre Vergine, l’immensa ricchezza della povertà, grazie alla quale, chi in essa si riconosce, condivide con gli altri il prezioso bene del poco: baluardo del “poverello di Assisi”.

Signor Dirigente Scolastico (preferivo alla gran lunga il Preside), perché vuole negare questi valori a chi, aldilà dell’Evento, dovrebbe crescere uomo, in detti valori? Nella ricchezza, ahinoi, anche culturale, prolificano i contrasti, i malumori, i dissensi, le divisioni, i litigi… Nella povertà tutt’altro! E allora amico Preside, fratello Dirigente, ascolti il suggerimento di un modesto ex insegnante come me (ho conosciuto circa 11.000 bambini nel mio mandato di “stimolatore di dignità e rispetto”): lasci i bambini nella “loro” ignoranza e nella “loro” povertà… conceda “loro” i sempre emozionanti “Bianco Natal” e “Tu scendi dalle stelle”… accetti che qualche bimbo, costretto dai genitori, non sia ad assistere – bisogna voler bene alle diversità, rispettarle. Abbia il ‘coraggio’ di essere se stesso e non tema nulla e nessuno, perché nella vita chi ha coraggio è sempre aiutato dall’alto, dove c’è un solo Dio che dice a noi comuni mortali: “Vogliatevi bene, tutti, indistintamente… abbiate rispetto gli uni degli altri”.

Io, invitato, sarei felice e orgoglioso di festeggiare un qualunque Natale pagano, assieme ad una qualunque famiglia che non si avvale dell’insegnamento della religione cattolica. Lei, signor Dirigente, non vuole festeggiare il Natale per non creare subbugli da una ‘tale parte’, ma con questa sua intenzione ne ha già creato uno dalla parte opposta! Non è lei il Capo? Il dirigente Scolastico? E allora, tra i due litiganti, diriga lei e decida: con coraggio, pulito e incondizionato. Se n’è provvisto, tiri fuori LE PALLE … DI NATALE s’intende. In un rigurgito di dignità, decidesse di esporle, male che andasse, con una tinteggiatura di rosso e uno spargimento di brillantini ne potrebbe usufruire per addobbare il suo personale albero natalizio. O non addobba neppure l’abete a casa sua?

P.S. Non vado a messa e non sono al servizio di nessuna religione, perché il mio Dio non insegna né a fare le guerre ne a prostrarsi al Suo cospetto.

BUONA IGNORANZA e POVERTA’ A TUTTI.

A cura di Vittorio Benini

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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