La Guardia di Finanza di Milano, coi colleghi di Busto Arsizio, ha arrestato l’ex eurodeputata di FI Lara Comi, l’ad dei supermercati Tigros Paolo Orrigoni, entrambi ai domiciliari, e il dg di Afol Metropolitana Giuseppe Zingale (in carcere).
I fermi sarebbero sotto osservazione dagli inquirenti per un filone dell’indagine ‘Mensa dei Poveri’, l’ordinanza è stata firmata dal gip Raffaella Mascarino e chiesta dai pm Silvia Bonardi, Luigi Furno e Adriano Scudieri per accuse, a vario titolo, di corruzione, finanziamento illecito e truffa.

L’operazione è un nuovo filone della maxi indagine che il 7 maggio portò a 43 misure cautelari eseguite, tra gli altri, nei confronti dell’ex coordinatore di Forza Italia a Varese Nino Caianiello, del consigliere lombardo ‘azzurro’ Fabio Altitonante e dell’allora candidato alle Europeee consigliere comunale in quota FI Pietro Tatarella.

Sarebbero state proprio le dichiarazioni ai pm di Caianiello, presunto “burattinaio” del sistema e interrogato molte volte nei mesi scorsi, a confermare un quadro accusatorio già emerso dai primi racconti di imprenditori e indagati in Procura dopo il blitz.

Le indagini, dirette dalla procura di Milano – Direzione Distrettuale Antimafia, dopo l’esecuzione di 43 provvedimenti di limitazione della libertà personale eseguiti il 7 maggio 2019, hanno fatto emergere “ulteriori delitti di corruzione, truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche e illecito finanziamento ai partiti e ai politici, realizzato da amministratori locali, imprese e professionisti a vario titolo coinvolti nell’indebito drenaggio di risorse pubbliche di società e/o enti a partecipazione pubblica”. Strumentali al raggiungimento di tali scopi, spiegano gli investigatori, “si sono rivelati il ricorso a false fatturazioni tra imprese, l’attribuzione – da parte di società pubbliche – di incarichi di consulenza fittizi o inutili o solo formali utilizzati per occultare il pagamento del prezzo della corruzione per ottenere favori nelle procedure amministrative”.

La parte odierna dell’indagine, relativa a vicende accertate in epoca successiva agli arresti del 7 maggio scorso, riguarda “fatti corruttivi” tesi a far ottenere ad un imprenditore varesino “il cambio di destinazione urbanistica di un’importante area, da industriale a commerciale, nell’ambito della variante generale al Piano di Governo del Territorio di un Comune del varesotto in fase di approntamento, per potervi edificare un’attività commerciale”; a professionisti e imprese compiacenti “fittizi incarichi di consulenza, conferiti da societa’ a partecipazione pubblica, in cambio della successiva retrocessione agli indagati di parte del corrispettivo incassato a fronte dell’incarico stesso”.

Contestati anche una truffa ai danni del bilancio dell’Unione Europea in relazione a “fittizi contratti stipulati per mansioni di collaborazione con spese a carico del Parlamento Europeo, al fine di creare surrettizie provviste di denaro a favore degli indagati mediante la retrocessione di una quota parte del corrispettivo liquidato”; illeciti finanziamenti erogati da un imprenditore bresciano a un candidato alle elezioni europee del 26 maggio 2019; emissione di fatture false, allo scopo di occultare i reati in questione.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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