Un tribunale francese ha aperto un’inchiesta per abuso d’ufficio nei confronti del direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde, (succeduta a Dominique Strauss-Khan) per le vicende relative al cosiddetto “affare Tapie”. I fatti risalgono a quando Lagarde era ministro dell’Economia e decise di dare il via libera a un risarcimento da 285 milioni di euro al controverso uomo d’affari Bernard Tapie, considerato vicino al presidente Nicolas Sarkozy, per una complessa vicenda legata alla cessione di Adidas.

La corte di giustizia della Repubblica, che si occupa dei casi che vedono coinvolti membri del governo, ha quindi accolto la richiesta del procuratore generale presso la Cassazione francese, Jean-Louis Nadal. La complessa vicenda inizia nel 1992, quando Tapie decide di vendere il gruppo di abbigliamento sportivo, due anni dopo averlo acquisito. L’incarico di gestire l’operazione viene affidato a Credit Lyonnais, allora una banca pubblica, che acquisterà la società tedesca insieme a una cordata di altri investitori per poi cederla al presidente del consiglio di gestione Robert-Louis Dreyfus.

Secondo Tapie, la banca sapeva di aver acquistato Adidas a un prezzo inferiore al valore legale e la avrebbe venduta immediatamente così da realizzare una pluslvalenza. L’arbitrato daràragione a Tapie. Lagarde è accusata di aver favorito la scelta dell’arbitrato rispetto alla giustizia ordinaria per favorire l’uomo d’affari con un esborso del quale, in seguito all’acquisizione della banca da parte di Credit Agricole, si dovette incaricare lo stato stesso.

Lagarde, che ha preso il posto di Dominique Strauss-Kahn alla guida del Fondo monetario internazionale il mese scorso, ha sempre negato di aver agito scorrettamente nell’approvazione del pagamento di 285 milioni di euro a Bernard Tapie.
Intanto il suo avvocato, Yves Repiquet ha affermato che la procedura giudiziaria a carico dell’ex ministro delle Finanze, Christine Lagarde, “non è incompatibile” con sua funzione attuale di direttrice generale del Fmi.

Lo ha riferito oggi il suo avvocato, Yves Repiquet, precisando che la Lagarde “aveva fatto in modo che il consiglio d’amministrazione del Fmi fosse precedentemente informato di questa eventualità” il giorno della sua elezione a capo dell’istituzione internazionale, lo scorso 28 giugno. Secondo il legale l’inchiesta si chiuderà con “un non-luogo” per la sua cliente. (Foto fonte il Giornale)

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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