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Dopo il richiamo dell’ambasciatore in Vaticano nella giornata di domenica arrivato dopo le parole del Papa sul genocidio degli armeni, ora la Turchia pensa ad ulteriori misure per segnalare la propria irritazione.

“Le scelte che saranno prese contro lo stao Vaticano saranno resi pubblici dopo le nostre consultazioni – ha amplificato il ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu dalla Mongolia – sfortunatamente la storia è diventata uno strumento della politica.

Ora la Turchia sta reagendo con rabbia alle parole di Papa Francesco sugli armeni. “La nostra umanità ha vissuto nel secolo scorso tre grandi tragedie inaudite: la prima, che generalmente viene considerata come il primo genocidio del XX secolo, ha colpito il vostro popolo armeno, prima nazione cristiana”, ha affermato Bergoglio all’inizio della messa in San Pietro a cent’anni dal “martirio” (Metz Yehghern) del 1915-1916.

La risposta di Ankara è arrivata in un’escalation di passi diplomatici nel giro di poche ore, in un clima incandescente dalle imminenti elezioni politiche del 7 giugno che spingono il presidente flio-islamico Recep Tayyp Erdogan su posizioni nazionaliste radicali. Prima è stato convocato per protesta il nunzio apostolico Antonio Lucibello, a cui è stata consegnata una nota di protesta, poi è stato richiamato per consultazioni l’ambasciatore presso la Santa Sede, Mehmet Pacaci.
Era la prima volta che il termine “genocidio” veniva pronunciato in pubblico da un Papa.

“Sorpresa da parte di tutti – ha commentato il monsignor Louis Pelatre, francese, vicario apostolico dell’arcidiocesi di Istanbul – irritazione dei musulmani e qualche imbarazzo fra i cristiani”. Riprendendo la dichiarazione del 2001 di papa Giovanni Paolo II e Karekin II in cui si faceva cenno al “genocidio”, papa Francesco ha ricordato come gli armeni furono sterminati “insieme ai siri cattolici e ortodossi, agli assiri, ai caldei e ai greci” nel massacro di un milione e mezzo di persone.
Come negare che fu il primo genocidio del secolo, seguito da quelli perpetrati dal nazismo e dallo stalinismo.
Il Santo Padre ha citato le persecuzioni subite dai cristiani in questi anni, “una sorta di genocidio causato dall’indifferenza generale e collettiva, dal silenzio complice di Caino che esclama: ‘A me che importa?'”.

Per il governo di Ankara utilizzare il termine “genocidio armeno” rivela una posizione “contraddittoria”: “Il genocidio è un concetto giuridico: le dichiarazioni del Papa rivelano una discriminazione dei musulmani e dei turchi di fronte ai cristiani”. Il ministro per gli Affari europei turco, Volkan Bozkir, ha poi rincarato la dose affermando che il Pontefice si è espresso così perché proviene dall’Argentina, un Paese che “accolse i nazisti, gli autori dell’Olocausto degli ebrei”.

Il Direttore Editoriale – Foto Marco Iorio

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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