Ci credevano in pochi alla minaccia del Presidente della Lega di Serie C, Ghirelli, relativamente allo sciopero del turno prenatalizio, anche perché nel calcio spesso si sono fatte tante parole, sempre smentite dai fatti al momento decisivo; questa volta invece si va al sodo, finalmente si decide di prendere una posizione, forte, e la si mantiene costi quel che costi, perché è ormai tempo che il calcio si dia una regolata, con leggi che sono già realtà in molti altri paesi, mentre qui da noi (come al solito) si chiacchiera …. sino oltre le calende!
Basterà fermarsi per ottenere fatti e non parole? Vedremo, per ora prendiamo atto che una delle parti ha preso una posizione dura e ferma, in attesa degli sviluppi che, crediamo, non possano essere procrastinati ancora una volta; che poi l’eventuale provvedimento di defiscalizzazione non basti da solo a risollevare il cosi detto “calcio minore” è un’altra cosa da mettere sotto la lente d’ingrandimento, e non solo quella del settore specifico.

Defiscalizzare è certamente un provvedimento utile a tentare di risanare il gradino più basso del nostro calcio professionistico, ma occorre anche un maggior controllo relativamente ad ogni società, alle proprietà, alla solidità finanziaria ed al giusto rapporto tra questa e le spese che ciascuno può permettersi; in pratica è ora che non capiti più di vedere chi spende in estate centinaia di milioni e “promettere” ingaggi faraonici per la categoria, per poi chiudere bottega a novembre, quando la cassa è vuota per le precedenti folli spese!
Se si vuole davvero che la Serie C abbia un futuro bisogna ripartire innanzi tutto dai costi, da un taglio delle spese ormai non più derogabile e prorogabile, perché non ha senso vedere sparire ogni anno società che hanno fatto il passo ben più lungo della gamba.

Non da oggi la Serie C ha costi insostenibili per moltissimi dei club che ne fanno parte, e mi viene in mente l’esempio del Canavese, nato dalla fusione di due società di Serie D, all’inizio del nuovo secolo, per poi approdare nell’allora C2 nel 2007 e, dopo quattro stagioni di discreti risultati, fallire nel 2011; ho seguito il cammino di questa società perché conoscevo alcuni dirigenti (e proprio dal Canavese arriva l’attuale Ds del Torino, Massimo Bava) e già all’epoca partecipare alla Serie C2 costava circa 700.000 a stagione, cosa impensabile da sostenere, anche considerando che il Canavese era l’espressione di un paesino di 3.000 anime!
Il Canavese è un’esempio di come possano andare le cose pur tra la buona volontà di dirigenti oculati e risultati apprezzabili sul campo (Campione italiano Juniores dal 2001 al 2003, al cospetto del calcio italiano al completo, con Moreno Longo allenatore), figuriamoci dove invece a dirigere il tutto ci sono “pirati” che in pochi mesi (e dopo aver fatto i loro interessi, non certo puliti) mandano tutto e tutti a baracche e burattini!

Defiscalizzare serve, ma è solo un primo passo e per questo credo che sia positivo che, per una volta, si dia un segnale concreto come lo sciopero in atto.
Trascorreremo le feste senza il pallone? Beh, a Cesena comunque festeggeremo, l’ultimo turno è stato positivo e se abbiamo ancora nel gozzo le quattro pere rifilateci dal Fano, magari basteranno un bel piatto di tortellini ed una fetta di zampone per farcele digerire, oltre a pandoro e panettone, naturalmente.
Ecco, volendo trovare comunque da ridire, avrei ripetuto l’esperimento (riuscitissimo) dello scorso anno, quando si giocò a Santo Stefano e nel fine anno, con grande successo di pubblico, ma forse a qualcuno è mancata la tombola ed il dolce pomeridiano del dopo Natale, o più probabilmente “lavorare” prima e dopo le feste è meglio che durante.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Marco Iorio

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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