Cosa ci si poteva aspettare di diverso dal girone d’andata di un Campionato già segnato prima ancora che iniziasse?

La Juventus non potrebbe perdere l’ennesimo Scudetto neppure se lo volesse, perché, piaccia o meno, è la più forte senza se e senza ma; ogni tanto i bianconeri si concedono una pausa da “presunzione” e così vengono fuori sconfitte come quella contro il Genoa e quelle milanesi (Supercoppa compresa), ma Buffon e compagni non hanno rivali in Italia, anche se ogni tanto le parole del capitano (in Italia si “scansano) non sembrano solo una battuta.

La Roma seconda è l’eterna incompiuta, arriva sempre, o spesso, a trenta ma mai a trentuno, tra ambiente particolare, iperboli di strapotenza e depressioni da pipponeria che si alternano come il giorno e la notte e chissà se lasceranno mai spazio a raziocinio ed equilibro.

Al terzo posto potrebbe esserci il Milan che deve recuperare la partita di Bologna e riesce a vincere in un modo o nell’altro anche quando in campo si vede pochino; Montella ha saputo dare un gioco alla formazione rossonera ma, probabilmente ed ancor più importante, riesce a tenere i suoi fuori dalle beghe di una trattativa per il cambio di proprietà che sembra sempre più una comica ogni giorno che passa e chissà se davvero porterà il 3 marzo prossimo alla parola fine.

Nell’attesa del recupero milanista al terzo posto troviamo il Napoli, anch’esso sempre alle prese con qualcosa che non va e con quella mentalità infinita da caccia alle streghe; ADL e Sarri non mancano mai di esternare le mancanze altrui, dimenticandosi spesso di guardare in casa propria e un bel periodo di silenzio stampa non sarebbe male all’ombra del Vesuvio, almeno ci eviteremmo di sentire cose tipo: “la Samp è un avversario non adatto alle nostre caratteristiche… nel secondo tempo abbiamo cambiato mentalità (sarà merito del thè?)… Il campo era scivoloso…”, e altre amenità del genere, come se per il Napoli si dovesse cercare un avversario “particolare” o un campo con l’erbetta adatta alle suole degli scarpini!

La classifica scorre con una Lazio al di sopra delle aspettative ed un’Atalanta che ha trovato in Gasperini l’allenatore giusto per far crescere i giovani e le ambizioni; Simone Inzaghi da mister di scorta, o forse di “ripiego”, sta portando i suoi a traguardi insperati e magari mal digeriti persino per alcuni dei propri tifosi, quelli più accanitamente contro Lotito e la sua gestione, mentre i nerazzurri bergamaschi hanno trovato una nidiata di giovanotti che sta facendo tornare Bergamo ai sogni dei tempi di Stromberg e della Coppa UEFA.
Chiude il lotto che si giocherà l’Europa l’Inter, che arriva da quattro vittorie consecutive e con Pioli ha ritrovato almeno un po’ di logica in campo; sulla sponda nerazzurra del Naviglio i cinesi ci sono già ed hanno dimostrato che i soldi ci sono, quello che devono ancora far vedere è che ci sia la capacità di spenderli bene e far funzionare una Società sempre in mezzo al turbine delle polemiche, ma si sa, i media li hanno e li manovrano dall’altra parte cittadina.

Il Torino apre il gruppone delle formazioni tranquille ma nulla più; i granata con mire europee hanno buttato al vento qualche punto di troppo e lo 0-0 con il Sassuolo è solo l’ultimo risultato che avrebbe dovuto essere diverso e mette in luce la poca concretezza in cui spesso cadono i granata.
Concretezza mancata spesso anche alla Fiorentina e difficilmente arriverà con l’ingresso in Società di Antognoni; le vecchie bandiere a volte servono più per accontentare i tifosi che non a portare risultati sul campo, anche perché sul campo ci vanno Borja e compagni, e non sempre con costrutto, inoltre siamo in pieno mercato e la partenza di kalinic sarebbe tutto salvo che un’operazione di rafforzamento.

Più dietro Udinese, Chievo, Sampdoria, Genoa, Cagliari e Bologna, la sfangano tra qualche rara giornata di gloria ed altre dove chi si accontenta non gode ma almeno sta fuori dai rischi, in un calcio dove la qualità è sempre più un optional al contrario delle chiacchiere mediatiche che trasformano giocatorini senza prospettive in fuoriclasse o pseudo tali, ma in fondo ci piace così, altrimenti con cosa riempiremmo pagine di giornali e di social?

Anche il Sassuolo potremmo inserirlo nella fascia precedente, l’Europa non ha fatto bene ai ragazzi di patron Squinzi, alle prese anche con i troppi infortuni di stagione, e non tutti chiaramente “identificabili” o identificati (vero Berardi?); i neroverdi erano divenuti il miracolo del calcio italiano, ma visti più volte in tv e dal vivo sembrano essersi smarriti e ringrazino la poca vena di Ljajic e compagni se non hanno iniziato l’anno con un bel sacco di carbone.

Infine le dolenti note ed i pianti ampiamente annunciati fin da luglio, perché non era difficile immaginare come una sola potesse uscire indenne dalle sabbie mobili del fondo classifica tra Empoli, Palermo, Crotone e Pescara; che i quadrati toscani siano i più accreditati alla salvezza è cosa risaputa, nonostante la formazione azzurra sia la più scarsa vista in Tocana negli ultimi anni, ma le avversarie sono ancora peggio e se a Palermo potrebbero dire la loro, ci pensa Zamparini a “sistemare” per bene le cose, mentre a Crotone e Pescara non c’è che da convenire con l fatto che la Serie A non può più reggere venti formazioni e che il divario con la cadetteria è un baratro sempre più ampio ed incolmabile.

A cura di Maurizio Vigliani

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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