Bimbi

“Capisco la pedofilia, i bambini cercano affetto e qualche prete ci casca, ma l’ omosessualità no”.

Così Don Gino Flaim 75enne parroco di Trento, ha dichiarato a una giornalista di La7. Anche volendo, non riesco a comprendere le parole di questo prete. Come si fa a dire una cosa del genere e pensare di passare inosservato e inascoltato? Dopo questa dichiarazione shock (questa molto più scandalosa del coming out di Chamarsa), la Chiesa di Trento ha subito preso le distanze da Don Gino, revocandogli l’ incarico di collaboratore pastorale della parrocchia di San Giuseppe e impedendogli anche di predicare in chiesa.

Successivamente, il Don ha subito provato a chiarire, aggiustando il tiro: “Ma che ho detto di tanto grave? Capisco i pedofili ma certo non li giustifico. Vorrei continuare a celebrare messa”. Il tiro non è stato assolutamente aggiustato e queste nuove affermazioni aggravano ancora di più la posizione di questo prete. Il web si è scatenato contro di lui e in molti hanno espresso il loro disgusto verso queste affermazioni. Ormai, internet è diventata l’ arena in cui combattere certe battaglie e anche in questa situazione, è scoppiato il finimondo, come era prevedibile. Ma al degli insulti rivolti dagli internauti, Don Flaim, vuole sapere che ha detto di tanto grave. Innanzitutto, quando si fanno certe dichiarazioni si deve pensare veramente ciò che si dice e soprattutto ci si deve prendere la responsabilità di quello che si dice. Andare a raccontare a destra e a manca, di capire la pedofilia non è cristiano, etico, morale e più importante di tutti: umano. La pedofilia è una malattia, una patologia delle più terribili che esista sulla faccia della terra. Chi è affetto da questa malattia pensa di essere normale e che tutto quello che fa agli altri sia del tutto giustificato. Insomma, i pedofili vivono in un mondo tutto loro. A farne le spese sono sempre i più piccoli che vengono segnati a vita da queste brutte esperienze. Bambini che si affidano ai preti per aver conforto si ritrovano prigionieri di persone malate che usano l’ amore come un’ arma.

Questi bambini, crescendo rischiano a loro volta di perpetrare queste assurde violenze su altre creature innocenti. A pensarci, un brivido mi sale lungo la schiena. Oltre a tutto questo caos che sembra sempre di più assomigliare a Sodoma e Gomorra, è altrettanto grave mettere quasi sullo stesso piano, pedofilia e omosessualità. Mentre la prima è una seria patologia, la seconda è un’ inclinazione naturale che le persone hanno fin dalla nascita. Si nasce omosessuale e non si è malati per questo, mentre il pedofilo è una persona malata che deve essere aiutata. Vogliamo, una volta per tutte, dire le cose come stanno e condannare chi pensa certe bestialità? Ripeto,ancora una volta, che le parole hanno un certo peso e dopo averle pronunciate non si può pensare di cancellarle con un bianchetto e via.

Queste parole fanno male, e fanno ancora più male se a pronunciarle è un prete. Secondo me, essere cristiani significa condurre una vita sana e onesta. Non è solo la preghiera o la partecipazione alla messa che fa diventare le persone rispettabili. Il buon cristiano è colui che ama e viene amato per ciò che è, non per quello che fa. Se un prete dice di seguire la parola di Cristo e poi afferma di capire la pedofilia, allora o il prete si è perso per strada, oppure noi non abbiamo capito nulla di come si sta al mondo, ma su questo ho davvero seri dubbi.

A cura di Nicola Luccarelli

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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