Per le “maledizioni” abbiamo sempre avuto un riferimento ben preciso: il faraone Tutankhamon!

Chi poteva immaginare invece che in casa juventina il tiro si spostasse su Cardiff, capitale del Galles e sede del Millenium Stadium, ove ci si attendeva la conquista da parte bianconera della Coppa dalle grandi orecchie ed invece è arrivato un poker madridista la cui onda lunga invece di fermarsi si ingrossa sempre di più?

Non è stata una bella serata, per i bianconeri, quella di sabato 3 giugno, sotto tutti i punti di vista, perché c’era sicuramente coscienza di avere di fronte un avversario formidabile, ma anche battibile dalla corazzata che da sei anni spopola in campo nazionale e da tre allo Scudetto abbina immancabilmente anche la Coppa; cosa dire poi delle certezze di una difesa quasi insuperabile, di un centrocampo capace di difendere ed offendere, di un duo d’attacco da brividi come un tango argentino!
Invece il risveglio è stato bruttissimo e duro come un macigno, con le certezze evaporate dopo meno di mezz’ora ed in più, i fatti di Torino, di Piazza San Carlo e di una donna morta, schiacciata dalla calca di cui ancora si cercano motivi ed eventuali colpevoli.

Certo, restano sempre Campionato e Coppa Italia e poi vuoi non dire “tra un anno ci riproviamo”? Aggiungi anche e finalmente le vacanze, per qualcuno la Nazionale, ed il mercato, quello da cui arriveranno altri campioni per riprovarci per davvero a mettere le mani sulla Coppa più desiderata.
Così a Torino arriva il talento Schick, si mettono le mani su Szczesny (ma un nome più facile no?), Douglas Costa, Bernardeschi, e tutti i centrocampisti ed esterni che il mercato può offrire, purché costino tanto, che altrimenti non sono capaci.

Troppo forti in Italia, pronti a riprovarci in Europa, ma… le crepe apertesi sul prato del Millenium Stadium non paiono essersi fermate in Galles, anzi, e così un pezzettino alla volta dilagano anche fuori e son dolori, attutiti visto che in casa bianconera, da sempre, si è negata pure l’evidenza e mai o quasi è trapelato alcunché.
Però oggi ci sono i social e qualche scivolone “miserabile” scappa anche davanti a microfoni e taccuini; e come fai a controllare tutto e tutti quando hai gente sparsa in giro per il mondo, sempre pronta a rilasciare dichiarazioni (in casa propria) che fanno a pugni con i dettami societari del mutismo e negazionismo più assoluti?

Figurarsi poi se noi ci lasciamo scappare lo scoop di un Dani Alves in fuga, o che vuole scappare velocemente, e consiglia qualche compagno di fare in fretta ad imitarlo; e cosa è successo nello spogliatoio durante e dopo la batosta madridista tra allenatore e qualche giocatore i cui rapporti già non erano idilliaci?
Sicuramente tutto è stato o sarà smentito e la colpa ricadrà come solito su giornalisti troppo avidi di notizie destabilizzanti, ci siamo già passati, specie per quanto riguarda casa Juve; solo che se è legittimo il comportamento bianconero, lo è altrettanto quello di chi fa informazione, anche perché certe dichiarazioni sono documentate ed altre evidentemente qualcuno le ha raccontate dal di dentro.

Mal di pancia da Cardiff o meno, qualcosa che non funziona c’è anche dove tutto sembra perfetto, è normale, e ci aspettiamo non una rivoluzione ma qualche movimento in più del previsto, perché a volte le “pezze” non tengono e bisogna prendere decisioni drastiche prima di farsi male; in casa Juve certe situazioni sono già capitate e sanno sicuramente quali sono i modi per risolverle.
Il problema semmai potrebbe crearlo la FIFA, perché se fosse confermato (come sembra) l’apertura di un procedimento disciplinare per la cessione di Pogba, con il rischio di un blocco del mercato, saremmo di fronte a qualcosa di più problematico dei capricci di un calciatore che come viene va; in questo caso la corsa al triplete sarebbe probabilmente da posticipare un po’, ma l’unica cosa da fare in questo momento è aspettare gli sviluppi di un caso che farà discutere non poco.

Il Direttore Responsabile Maurizio Vigliani

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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