Il sogno è diventato realtà, la coppa tanto sognata da tutto il mondo Juventino adesso è li, a Cardiff, in attesa solo di essere alzata.
La semifinale di ritorno contro il Monacò è andata bene, anche se iniziata in sofferenza.
15 minuti di fuoco e fiamme dei francesi al disperato ma improducente arrembaggio, eccezion fatta per il palo in fuorigioco di Mbappè.
Juve molle e contratta incapace di produrre una qualche reazione, almeno nella primissima parte di match.
Juve che ha perso Khedira dopo appena 10 minuti, per infortunio, al suo posto Marchisio.
La banda di Allegri sembrava come un pilota che guida una Ferrari, ma ha paura della sua velocità e scende dall’auto.
Poi però la fame di Europa, la voglia di tornare in finale per la seconda volta in 3 anni, il desiderio di essere incisi a fuoco nella storia, hanno guidato i bianconeri che hanno cominciato a macinare e sprecare occasioni prima con Mandzukic, poi con Higuain e poi con Dybala, fermati tutti da un super Subasic, uno dei migliori tre portieri dell’anno.
Portiere però che si è dovuto arrendere allo strapotere juventino quando al minuto 33 Dani Alves tira fuori dal cilindro un cross al bacio, a finalizzare un’ottima azione per la testa di Mandzukic che non ha sbagliato, seppur il suo primo tentativo si è infranto contro la paratona del portiere avversario.
Il gol del croato assume il significato non troppo figurato della classica storia a lieto fine: la storia del brutto anatroccolo dell’attacco bianconero, forse il meno tecnico, quello che esegue il maggior lavoro sporco di tutti, ma uno tra i più amati dai tifosi e la partita di stasera fa capire il perchè.
Così come è amato, anzi osannato, giustamente, Dani Alves che al tramonto del primo tempo pesca il jolly ammazza partita con un siluro al volo davvero chirurgico.
Due a zero e tutti a casa,già dopo 45°.
In realtà però non è stata una passeggiata. Il Monacò, col suo immenso talento in attacco ha dato l’impressione di essere sempre pericoloso con ottimi cross di Bakayoko, grandi giocate di Bernardo Silva e la sempre pericolosa velocità di Mbappè e Moutinho.
Solo una grande difesa, la meno battuta del torneo, avrebbe potuto reggere.
Poi la ripresa che scivola via relativamente veloce, con i ritmi che restano altissimi e i francesi che provano qualcosa di geniale per aggirare lo scacchiere di Allegri che intanto toglie Dybala per inserire Cuadrado e dare maggiore velocità alla Juve.
I minuti intanto correvano via, e si sa, quasi sempre il peggior nemico dell’uomo è il tempo, tiranno come nessuno.
Di tempo il Monacò ne aveva rimasto poco, di gol da fare troppi, specie a Buffon, e allora ecco che nella testa scattano quei meccanismi che fanno rilassare, che fanno pensare di avercela fatta e ti vien da mollare come hanno fatto i bianconeri negli ultimi 20 minuti.
Queste cose in una semifinale di coppa le paghi, e puntualmente arriva il gol monegasco, del giocatore più chiacchierato della squadra, Mbappè, il più giovane giocatore ad aver segnato in semifinale di Champions.
Gol che fa uscire a testa alta i francesi dal doppio confronto, ma che regala, con pieno merito, un’altra finale alla Juve, la seconda in tre anni, anche se tutti i tifosi si augurano che stavolta vada a finire in un’altra maniera.
Il traguardo è alla portata di questa corazzata chiamata Juventus.

A cura di Giacomo Biondi

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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