Purtroppo, ci risiamo. A distanza di nemmeno un anno dalla strage di Charlie Hebdo, la Francia ripiomba nel terrore a causa dell’ Isis. Questa volta, però, l’ attacco è stato ancora più dirompente di quello sferrato alla sede della rivista. Questa volta Parigi è stata completamente messa in ginocchio da un gruppo armato e ben organizzato che ha attaccato in più punti.

Non era mai successo in Francia una cosa del genere e tantomeno a livello Europeo. Nemmeno ai tempi delle bombe in Italia, il bilancio delle vittime è stato così alto: 127 morti, oltre 129 feriti di cui 80 in gravi condizioni. Tra le persone due italiani feriti e una ragazza che non ce l’ ha fatta: Valeria Solesin. Una vera e propria strage che ha colpito gente comune, persone che si godevano la serata in tutta tranquillità. Al grido di ‘Allah u Akbar’ (Allah è grande), alcuni kamikaze si sono fatti saltare in aria, mentre altri hanno aperto il fuoco sulla folla. Il risultato di tutto questo è stato un fiume di sangue che è andato a finire, dritto dritto, nella Senna.

A essere presi di mira sono stati lo Stade de France, il teatro Bataclan, e alcuni ristornati del centro. Ancora una volta l’ Isis ha voluto mettere i puntini sulle i, facendo vedere, a tutto il mondo, la propria potenza (non solo di fuoco). Ero steso sul mio divano di casa, mentre guardavo come sempre la tv, e mi ero assopito solo per un momento. Quando mi sono svegliato ho visto che tutti i i tg parlavano di questo attacco al cuore della Francia e allora, non vi nascondo, che ho avuto tanta paura. La Francia brucia ancora, ma questa volta sarà, veramente, dura riprendersi. Pensavamo di essere immuni a qualsiasi tipo di attacco: via mare, via terra, via acqua, ma ci sbagliavamo di grosso. Se sono bastati, solamente, un manipolo di uomini per mettere a ferro e fuoco un’intera città, c’è qualcosa che non va. C’è qualcosa che non torna, c’è qualcosa di sbagliato in tutta questa storia. Come mai la Francia, dopo quello che era successo a gennaio, non è corsa ai ripari? Come mai la Francia non ha imparato dai suoi errori? Questi morti si potevano evitare? Perché continuiamo a ricadere sempre sullo stesso identico punto? Domande legittime che, però, dopo questa immane tragedia lasciano il tempo che trovano e, forse, sarebbe meglio osservare un minuto di silenzio, non solo per chi non ce l’ ha fatta, ma soprattutto per tutte quelle famiglie che hanno perso un proprio caro. Ma, per fortuna o purtroppo, io sono un giornalista o almeno mi reputo tale, e quindi anche a malincuore devo continuare a parlare di questa tragedia. Siamo tutti dei possibili bersagli e questo dobbiamo mettercelo in testa. Più di una volta, l’ Isis ha annunciato di voler colpire Roma, la nostra capitale. Questo ‘accoltellamento’ alla Francia non ci voleva proprio, perché ora toccherà all’ Italia e al suo Giubileo. Se nemmeno la Francia ha potuto difendersi da questi terroristi, come possiamo pensare di poterlo fare noi? Come possiamo pensare di arginare un fenomeno così vasto e variegato? Semplicemente non possiamo, non siamo in grado, mettetela come volete. Siamo talmente incasinati con i nostri problemi interni che fronteggiare, a muso duro, il sedicente stato Islamico, rimane fuori dalla nostra portata. Si sta scatenando una terza guerra mondiale e noi continuiamo a pensare solo ad accaparrarci l’ ultimo modello di I-phone.

Non siamo consapevoli di quello che si sta scatenando fuori dalla nostra porta e quando, finalmente, riusciremo ad aprire gli occhi, sarà troppo tardi.

A cura di Nicola Luccarelli

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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