image
Siamo già nel 2015, sono passati pochi giorni da quando ci ha lasciato l’anno vecchio. La gente, il popolo europeo, ma in modo particolare gli italiani chiedono una sola cosa: basta crisi e soprattutto basta ai priviligi dei politici. Nel paese ci sono pensionati costretti a vivere con 520 euro al mese e come i clochard abbandonati chiedono giornalmente l’elemosina in ogni quartiere per sopravvivere. Ma esistono pure artigiani, commercianti e medie imprese strangolate da una tassazione divenuta insopportabile che provocano chiusure d’impresa ad effetto domino. Come uscirne? C’è solo un modo! Puntare sul piano culturale della trasparenza che il frutto del dialogo per promuovere leggi economiche in grado di rilanciare il mondo sociale del lavoro e dello sviluppo. Senza investimenti, regole, idee innovative, ricerca, la guerra dei poveri avanzerà in una competizione interna senza precedenti. In uno scontro che che potrebbe aprire i bauli in soffitta dove sono rinchiusi i fantasmi della rivoluzione. Occorre ritrovare in fretta valori, strumenti adeguati da mettere in campo e per prima osa la mediazione tra la politica e il cittadino.
Ci vogliono insomma misure molto forti, coraggiose, eque da parte di chi governa l’Italia, l’Europa anche sul fronte dell’immigrazione, dell’integrazione. Solo con una rete efficiente, un coordinamento di cervelli razionali potrà rinascere il benessere sotto la bandiera del tricolore.

A cura del Direttore Editoriale – Foto Marco Iorio (Roma)

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui