italy

L’altro giorno ho telefonato ad un amico che si trova a Londra da un paio di settimane per motivi di lavoro e gli ho domandato: “ Allora? Come va?” e dopo un racconto molto articolato su quanto gli manchi la pasta e l’olio extra vergine di oliva, mi ha detto: “Sai, mi vergogno un po’ quando le persone di qui capiscono che sono italiano; non hanno una buona opinione di noi. In pratica, siamo considerati come l’ultima ruota del carro nel panorama europeo…”.

Tra i sentimenti di depressione, rassegnazione e sconforto che questa frase provocava, c’era anche il pensiero che questo Paese qualcosa di positivo l’ha fatto: ha generato alcuni italiani che hanno lasciato un segno indelebile nel cuore di molti. Sono quegli italiani, i nostri italiani, che con il loro talento, la loro vita, hanno in qualche modo contribuito a migliorare anche quella di chi li ha seguiti e amati.

Tra coloro che negli ultimi anni ci hanno lasciato ci sono personaggi memorabili come Mike Bongiorno, padre della televisione italiana, scomparso l’8 settembre 2009. Con lui, prima di internet e degli smartphone, la televisione appassionava tutti, dai grandi ai più piccoli e riuniva intere famiglie (a volte interi quartieri se la TV non l’avevano tutti), che guardavano Mike salutare gli spettatori con il suo indimenticabile motto: Allegria!”. Giusto quella ci vorrebbe di questi tempi, caro Mike.

Il 15 aprile 2010 se n’è andato un altro grande dello spettacolo italiano: Raimondo Vianello. Tutti lo ricordano sella sit-com “Casa Vianello”, intento a discutere con la moglie Sandra Mondaini, che sembrava non poterne più di vivere con lui. Ma solo nella serie televisiva, perché nella vita vera, Sandra, senza il suo Raimondo, non poteva proprio vivere e il 21 settembre dello stesso anno è tornata da lui.

L’anno dopo, il 23 ottobre 2011, è stato un ragazzo, un pilota di moto campione del mondo della classe 250 a far commuovere l’Italia; ancora oggi, quando si nomina Marco Simoncelli, si può notare come il suo ricordo, il sorriso di quel ragazzo di 24 anni, non sia andato perduto.

Il contributo di due donne straordinarie, che hanno dedicato la vita alla scienza, come il premio Nobel per la medicina, Rita Levi-Montalcini e l’astrofisica Margherita Hack, è stato di fondamentale importanza non solo per il nostro Paese, ma per il mondo intero. Ci hanno lasciato rispettivamente, il 30 dicembre 2012 e il 29 giugno 2013.

Nel 2014 se ne sono andati Giorgio Faletti (il 4 luglio), attore, comico, cantante e grande scrittore, i cui libri sono stati tradotti in ben 25 lingue, e Virna Lisi (il 18 dicembre), attrice italiana dal talento mirabile, che lavorò anche a Hollywood.

“Ma sì, è la vita che finisce / ma lui non ci pensò poi tanto, / anzi si sentiva felice / e ricominciò il suo canto”, recitava una canzone di Lucio Dalla, scomparso l’1 marzo 2012; un artista sempre alla ricerca di nuovi stimoli e orizzonti, come Pino Daniele, morto il 4 gennaio di quest’anno, che creò il genere musicale “tarumbò”, e Mango, scomparso l’8 dicembre 2014, autentico innovatore della musica leggera italiana.

Cantanti che hanno lasciato un segno profondo, grazie alla loro originalità, alla sperimentazione; con grande talento, grande passione.

Uomini e donne italiani che hanno dato un senso alle loro esistenze, e che ne hanno fatto qualcosa di buono, qualcosa che rimarrà.

E dunque posso dirlo, così come l’ho detto al mio amico al telefono: “ In questo momento storico non sono affatto entusiasta del mio Paese, ma di certo, non mi vergogno di essere italiana”.

Foto: Fotolia

A cura di Silvia Pari

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui