L’Italia non è mai stata unita. La penisola italica sì, c’è sempre stata, a livello geografico, ma l’Italia come nazione, a livello politico, non è mai esistita e nemmeno ora possiamo parlare di unità italiana.

La guerra civile, il Risorgimento, Garibaldi, Mazzini, Cavour, Re Vittorio Emanuele II, hanno dovuto fare i conti non solo con l’Austria al Nord e i Borboni al Sud, ma con secoli di invasioni di popoli stranieri che hanno importato, nel nostro paese, cultura ma anche portato via una grande quantità di cose. Ognuno, nel nostro paese, ha sempre lottato solo per il proprio pezzo di terra, proteggendo quello che gli dava da vivere. Gli ideali, lo spirito di libertà, la voglia di emergere ed evolversi è appartenuta solo a quelle persone che con la terra e il duro lavoro non hanno mai avuto a che fare! Per secoli e secoli, l’Italia è stata spezzettata in piccoli ‘staterelli’, ognuno diverso dall’altro e che non voleva per nessun motivo assomigliare all’altro. Il granducato di Toscana non aveva niente a che spartire con il Regno di Piemonte, così come allo Stato Pontificio non importava nulla del Regno di Napoli e delle Due Sicilie. Tutti si facevano i fatti propri e andava bene così. Perché si sarebbe dovuto costituire un unico Stato?

Per le solite motivazioni di sempre: potere e denaro. Garibaldi, l’eroe dei due mondi, ha cavalcato per mezza Italia in sella al suo cavallo bianco, predicando la libertà dell’Italia, rappresentando il braccio armato dello stato. Cavour, il politico tutto d’un pezzo, è diventato l’esponente numero uno di questo cambiamento, colui che ha mosso i fili. Mazzini, la testa pensante, colui che ha gettato le basi dell’inizio della fine. E infine (scusate il gioco di parole), c’è Vittoria Emanuele II, che senza fare praticamente nulla, diventa padrone di tutto il ‘cucuzzaro’, e rappresenta, appunto il ‘cucuzzaro’, ovvero lo stato come lo conosciamo oggi. Come vedete, non è cambiato poi molto dal 1861 a oggi. Forse, le pettinature, i vestiti, ma i modi legittimi o illegittimi di prendere il potere assoluto, quelli no, sono rimasti incredibilmente invariati!

A cura di Nicola Luccarelli

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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