Il clima nel nostro meraviglioso pianeta sta da qualche anno pesantemente mutando. Il surriscaldamento delle temperature terrestre, in media superiore a 1,5 gradi centrigradi in tutto il pianeta, dimostra tutto questo. La cosa negativa è che i dati, se si continua così a fine secolo potrebbero addirittura peggiorare.
Studi parlano di un aumento medio di 4,5-5 gradi in media entro il 2100. Sarebbe un cambiamento traumatico, ma di questo passo inevitabile.
Le principali cause di questo fenomeno sono, ancora una volta da ricercarsi nell’essere umano.
Infatti il legame che lega il clima all’inquinamento è sottilissimo, e il mondo alla fine, nonostante ci siano leggi e accordi per ridurre le emissioni, se ne frega, al di là delle dichiarazioni di facciata e continua a fare come se niente fosse, come se le morti che avvengono, casualmente, vicino a grosse fabbriche, non siano dovute alle eccessive polveri e sostanze emanate proprio da tali industrie.
Le conseguenze di tutto questo saranno disastrose per il nostro ecosistema, se si continuerà così. Intanto si assisterebbe ad un progressivo scioglimento dei ghiacciai, fenomeno per altro già in corso e ad una serie di eventi concatenati.
La notizia che fa scalpore in tutta questa storia, è che l’Italia è tra i primi posti al mondo come surriscaldamento del clima, con il record nel 2014. Il che significa chen il nostro paese inquina molto, anzi moltissimo, tanto che l’Unione Europea recentemente sta intervenendo, prospettando una multa da un miliardo di euro se città come Milano e Torino non ridurranno l’emissione di gas nocivo.
Si potrebbe porre rimedio alla situazione? Certamente, ma il punto è se si voglia e anche in Italia, pare che questo non avvenga, in nome del dio denaro, che alla fine ha la meglio su tutti e tutto.
E’questione anche di ideologia culturale; molta gente sene frega, altra non vuole che queste fabbriche chiudano o riducano per paura di perdere il lavoro, come se il ricollocamento umano fosse impossibile.
Facendo così però il nostro meraviglioso pianeta è a forte rischio. Le regole ci sono, ma manca nei fatti e non a parole, qualcuno che le applichi e le faccia applicare.

A cura di Giacomo Biondi

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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