Se da un lato la battaglia contro il fumo pare dare qualche risultato, continuano ad esserci problemi sul fronte dell’obesità e dell’eccesso di alcol.

Quindi, a conti fatti, in Italia cala il fumo, soprattutto tra le donne, ma di pari passo si riduce anche l’attività fisica e la pratica sportiva, con conseguente aumento di peso. A fornire il quadro completo della situazione è stata un’indagine dell’Istat su come cambiano i fattori di rischio per la salute degli italiani. Secondo lo studio, oltre metà degli adulti (il 52%) rischia problemi di salute a causa del connubio “pigrizia-obesità”.

Un ruolo fondamentale lo giocano le famiglie, nell’educare le nuove generazioni ad uno stile di vita sano: viene da sé che se l’esempio che i giovani ricevono non è positivo, hanno maggiori probabilità di cadere negli stessi “vizi” dei genitori. Il 30,2% dei giovani fino a 24 anni che vivono con genitori fumatori non sa rinunciare al fumo (solo l’11,9% se nessun genitore fuma); il 48,4% dei giovani è sedentario se lo sono anche i genitori (7,7% se i genitori non lo sono).

Sono inoltre ampie le differenze di genere: dichiara di fumare il 15% di donne oltre i 14 anni, contro il 24,6% di ragazzi della stessa età. La quota più elevata di fumatori si ha nella fascia di età 25-34 anni (33,0%), quella di fumatrici nella classe di età 55-59 anni (20,8%). Cifre più preoccupanti, quelle relative all’obesità: sempre nel 2015, il 45,1% della popolazione maggiorenne è in eccesso di peso (35,3% in sovrappeso, 9,8% obeso), il 51,8% è in condizione di normopeso e il 3,0% è sottopeso.

Infine, l’alcol e la sedentarietà: il 15,7% della popolazione consuma più alcol di quanto si dovrebbe per non incorrere in problemi di salute. Questi comportamenti si osservano più frequentemente tra gli ultrasessantacinquenni (il 36,4% degli uomini e il 9,0% delle donne). Tanti anche tra i giovani 18-24enni (23,1% e 9,1%) e tra gli adolescenti di 11-17 anni (22,4% e 15,6%).

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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